In Italia ad oggi, ogni 100 giovani si contano 170 anziani. Ma da qui a pochissimi anni nel Bel Paese, per ogni 100 giovani ci saranno ben 217 anziani. A rivelarlo è Giorgio Alleva, presidente dell’ Istat che in mattinata ha presentato alla Camera dei deputati il suo ventiseiesimo rapporto annuale. Un rapporto – spiega il presidente di Montecitorio Roberto Fico – che servirà a indirizzare le politiche del nuovo governo. C’è molto da fare, insomma, sia sul fronte del lavoro, che dello sviluppo e delle diseguaglianze sociali.
Le reti sociali. Vengono chiamate ‘reti’ nel rapporto Istat e sono quelle che fanno da ciambella nelle vite quotidiane di tutti gli italiani. Ognuno di noi ha in media una rete costituita da 5,4 parenti stretti e 1,9 parenti, in genere. A queste si aggiungono gli amici e i legami associativi. Purtroppo, ci sono anche 3 milioni di persone in Italia con più di 14 anni che dichiarano di non avere una rete di amici, nè di sostegno, nè di una rete di volontari organizzati.
Aumenta il lavoro, ma solo al nord. L’ Istat segnala che nel 2017, per il secondo anno consecutivo, in Italia aumentano gli occupati giovani, la fascia tra i 15 e i 34 anni (+0,9). In generale il tasso di occupazione cresce per tutte le classi di età (sebbene di poco). Il dato positivo però non non riguarda il mezzogiorno, dove permane un saldo occupazionale negativo rispetto al 2008 di 300 mila unità (-4,8%).
Internet, lo usano ancora in pochi. L’Italia è un fanalino di coda in Europa, con soltanto il 69 per cento di utenti regolari tra i 16 e i 74 anni.
Chi legge i libri? I più grandi fruitori di biblioteche sono i Millennials più giovani. La fascia di età dei ragazzi della scuola media rappresenta il 42% dei frequentatori delle biblioteche. I libri pubblici sono letti anche dai ragazzi fino a 24 anni (oltre il 30%).