La nuova serie televisiva ‘PainKiller’, basata su fatti reali, ha acceso il dibattito sul tema della dipendenza da oppiacei negli Stati Uniti. La serie indaga le origini e le conseguenze della crisi americana. In occasione del recente Congresso Nazionale di FederDolore-SICD (Società Italiana dei clinici del Dolore), Giuliano De Carolis, Past President di FederDolore SICD, ha spiegato come la situazione nel nostro Paese sia ben diversa.
Oppiacei in Italia e rischio di abuso
“In Italia non esiste il problema della dipendenza da oppiacei come è invece successo negli Stati Uniti alla fine degli anni ’90 e come è ben descritto dalla serie televisiva di Netflix. A causa dell’uso sregolato e talvolta illecito dell’ossicodone prescritto con estrema facilità dai medici americani si stima che siano morte circa 300 mila persone negli ultimi 20 anni negli USA. Per fortuna – spiega lo specialista – oggi il governo americano è riuscito a frenare l’abuso di ossicodone nel Paese.
In Italia – prosegue – la situazione è assolutamente diversa. Al contrario, il corretto uso di farmaci oppiacei per il trattamento del dolore cronico non sembra adeguatamente diffuso. Basta considerare che sono 14 milioni gli italiani che soffrono di dolore cronico e che molti di questi (circa 4 milioni) soffrono di un dolore non adeguatamente trattato”.
Italiani e dolore cronico
“In Italia – spiega De Carolis – il diritto al trattamento del dolore cronico è sancito dalla legge 38 del 2010. Purtroppo però, a 13 anni dalla sua approvazione, questa legge manca ancora di una sua completa attuazione e di un pieno riconoscimento su tutto il territorio nazionale. Una recente indagine di Cittadinanzattiva ha rilevato che sette cittadini su dieci non conoscono questa legge e tutti i diritti che essa sancisce. Sempre secondo questa indagine il 40% degli intervistati non sa che i farmaci oppiacei sono sicuri ed altamente efficaci nel dolore cronico”.
Accesso alle cure per il dolore cronico
“Sicuramente il punto di partenza è la promozione di campagne di informazione sulla legge 38 rivolte sia agli operatori sanitari che ai cittadini. Una recente indagine (Survey Dimensione Sollievo) ha rilevato che oltre il 55% degli intervistati, pur sapendo dell’esistenza di centri specializzati per la terapia del dolore, non si è rivolto a loro per una presa in carico del problema. Inoltre emerge anche che il 41% dei pazienti soffrono di dolore cronico da più di 10 anni e ben il 29% ha dovuto attendere più di 5 anni per una diagnosi definitiva. Tutto questo ovviamente comporta gravi ripercussioni sulla qualità di vita dei pazienti. Una strategia auspicabile – conclude – è sicuramente la presa in carico precoce del paziente da parte dei centri specializzati di terapia del dolore”.