Con la diffusione della variante Omicron l’assistenza ospedaliera ha subito un’inevitabile contraccolpo, almeno per le prestazioni considerate “differibili”. Ma fortunatamente i segnali di ripresa non mancano e ci sono reparti dove l’organizzazione messa in campo dalla direzione generale dell’ASL e l’abnegazione di medici, infermieri e operatori socio sanitari ha permesso di non fermare gli interventi urgenti. Uno dei reparti simbolo di questo lavoro è quello di oculistica del Santa Maria delle Grazie, diretto dal dottor Mario Sbordone, dove interventi per glaucomi, maculopatie e malattie della retina non si sono mai fermati. Alla base della scelta, la consapevolezza che rimandare queste operazioni avrebbe causato a decine e decine di pazienti un danno al quale non sarebbe stato possibile rimediare. Ecco perché, con il sostegno della direzione dell’ASL e con il lavoro che tutto il personale ha messo in campo, si è riusciti a fare un piccolo miracolo. Chiaramente anche l’attività del reparto di oculistica ha risentito dell’impressionante ondata di contagi, ma resta la certezza per i pazienti con gravi problemi oculari di poter trovare risposte anche in questa fase. Una sicurezza non da poco, considerando ad esempio il costo sociale e di qualità di vita di un glaucoma non trattato in tempo. E proprio per il glaucoma il Santa Maria delle Grazie può essere considerato tra le eccellenze regionali. Nel reparto diretto da Mario Sbordone vengono infatti realizzati interventi basati su tecniche di chirurgica mini-invasiva, che possono aiutate i pazienti affetti da glaucoma a preservare la vista senza dover sopportare gli effetti collaterali degli interventi tradizionali. Quindi, una chirurgia “light” ma efficace, che è preferibile ad un uso prolungato di colliri.
IL GLAUCOMA
Non meraviglia che tra le patologie indifferibili sia stato inserito anche il nemico silenzioso della vista, il glaucoma, che è la seconda causa di disabilità visiva e cecità in Italia. A causare il glaucoma è l’aumento della pressione interna dell’occhio e in alcuni casi la riduzione dell’apporto di sangue al nervo ottico (il nervo responsabile della trasmissione delle informazioni visive al cervello). Come accorgersi se c’è un problema? Spesso il primo sintomo è quello di una perdita del campo visivo che inizia nelle porzioni più periferiche, coinvolgendo progressivamente le porzioni centrali e compromettendo notevolmente la vista. Dunque è spesso la visione laterale, superiore e inferiore, non quella centrale, a essere la prima a danneggiarsi. Non è un deficit del quale ci si accorge in modo veloce. Il campanello d’allarme è che si inizia ad urtare contro gli oggetti e ad avere difficoltà alla guida, ma senza accorgersi che sta perdendo porzioni laterali di campo visivo. Tuttavia la progressione dei sintomi non è lineare e quando la malattia si aggrava si arriva a perdere anche la visione centrale modo rapidamente. In questa fase terminale le possibilità terapeutiche sono ridotte ed è per questo che i controlli oculistici periodici preventivi sono molto importanti. Purtroppo, quando ci si accorge di avere un problema spesso è già tardi. Ecco perché servirebbe una visita periodica dall’oculista nel segno della prevenzione.