Il virus sinciziale sta spaventando molti genitori, anche perché di solito l’esordio è quello di una normale influenza: tosse, raffreddore e qualche difficoltà respiratoria. Un virus respiratorio, avvertono gli specialisti, che colpisce principalmente i bambini sotto i due anni, e che in Campania ha riempito quasi tutti i posti letto dei reparti pediatrici. Che l’allarme sia da non sottovalutare lo dice il fatto che è stata creata una vera e propria task force che si occupa di monitorare le strutture campane, per intervenire prontamente in caso di situazioni particolarmente gravi. A descrivere la situazione è il professor Giovanni Chello, presidente SIN Campania e primario UOC neonatologia e terapia intensiva neonatale Ospedale Monaldi di Napoli, che spiega: «Dal 15 ottobre al 15 novembre abbiamo ricoverato circa 120 pazienti nelle terapie intensive neonatali. Si tratta di bambini sotto il primo mese di vita, che vivono quindi situazioni delicate. La degenza media è intorno ai 10giorni. Con l’abbassamento delle temperature è lecito aspettarsi un incremento dei ricoveri. Secondo i dati epidemiologici provenienti anche dall’estero, rispetto agli scorsi anni l’aumento dell’incidenza della malattia è di 5-10 volte». All’ospedale Monaldi la grande richiesta di ricoveri ha spinto i medici a togliere posti ad altre patologie per creare una stanza di isolamento con sei incubatrici. I piccoli devono necessariamente essere assistiti da una sola persona che non visiti nessun altro, per non rischiare contagi.
L’APPELLO
Proprio in virtù di questo allarme Chello lancia un appello ai genitori che hanno anche altri bambini in età scolare. «Prestate particolare attenzione». È necessario stare più attenti del solito se si è raffreddati, bisogna utilizzare sempre la mascherina. «I posti in ospedale purtroppo sono limitati, quindi se si sospetta che il proprio bimbo non stia bene la prima cosa da fare è portarlo dal pediatra. Se la situazione dovesse peggiorare, allora è giusto andare in pronto soccorso. Questi piccoli pazienti vanno sempre tenuti d’occhio, perché la bronchiolite può peggiorare anche in 6 ore». Quest’anno il virus si è presentato in anticipo, a causa delle misure di contenimento dell’epidemia che tutti abbiamo adottato nel 2020.
MONOCLONALI
Per proteggere i bambini più piccoli esiste anche una profilassi con anticorpi monoclonali, rivolta a tutti i bambini nati entro 34 settimane e 6 giorni, che al momento dell’inizio dell’epidemia abbiano meno di 6 mesi. Per i nati sotto le 29 settimane la somministrazione viene effettuata, invece, fino ai 12 mesi. Per i piccoli che presentano fattori di rischio a causa di altre patologie, si prosegue fino ai 2 anni. Consiste in 5 iniezioni intramuscolari da effettuare una volta ogni 30 giorni, durante la stagione epidemica. Il quadro clinico dei bimbi più grandi generalmente è meno grave, però è necessario comunque prestare attenzione. «Abbiamo organizzato una riunione con i pediatri dei vari centri campani – conclude Chello – e i responsabili dei pronto soccorso, perché è necessario essere pronti e attrezzati per assistere questi pazienti».