I microbi multiresistenti agli antibiotici sono un’emergenza sanitaria con proiezioni preoccupanti. Il fenomeno è in crescita in tutta Europa e l’Italia è tra i Paesi con le peggiori performance, con 15mila morti l’anno a causa dei germi resistenti. Secondo i dati di settembre 2023 dello studio Alarico, su 17 ospedali italiani le infezioni da microrganismi multiresistenti carbapenetici causano un eccesso di mortalità fino al 35%. Da qui nasce il progetto Resistimit, una piattaforma realizzata dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT per combattere i microrganismi multiresistenti agli antibiotici.
L’iniziativa prevede il registro dinamico italiano sullo studio delle infezioni da germi multiresistenti. Coinvolge 30 centri infettivologici suddivisi tra Nord, Centro e Sud in un sistema di sorveglianza e una piattaforma software per la messa in rete dei dati. Questi ultimi, tramite intelligenza artificiale, diventeranno uno strumento anche per prevedere gli scenari futuri.
Microbi multiresistenti agli antibiotici, il progetto
Resistimit è nato a fine 2022 in dieci centri pilota, dislocati in tutte le aree del Paese: Roma con Spallanzani, Tor Vergata e Umberto I, Napoli con Cotugno e Federico II, Bari, Foggia, Palermo, Pisa, Varese, Modena, Perugia, Padova. “Il progetto ora si estende su 30 centri infettivologici a livello nazionale, dieci in ogni area geografica tra Nord, Centro e Sud – spiega il Prof. Marco Falcone, Segretario SIMIT – Queste 30 unità operative di malattie infettive svolgeranno un’attività di sorveglianza e condivideranno dati continuamente attualizzati su trend epidemiologici, caratteristiche dell’infezione, mortalità associata all’infezione e altri parametri utili. Oggetto di studio saranno batteri, funghi, virus e ogni altro microrganismo resistenti ai farmaci. I nostri centri clinici devono fornire ai decisori, compresa AIFA, un supporto tecnico-scientifico basato su dati di real-life per dimostrare efficacia e sicurezza dell’uso degli antibiotici nel nostro Paese. Gli antibiotici restano un prezioso strumento salvavita, ma devono essere usati con consapevolezza”.
La tecnologia
“La piattaforma software che utilizzeremo permetterà non solo di mettere in rete tutti i dati di real life, ma anche di determinare un sistema di analisi dei dati stessi tramite l’intelligenza artificiale con analisi predittive – evidenzia il Prof. Marco Falcone – Ciò significa che avremo la possibilità di anticipare le diagnosi, identificare il miglior trattamento, individuare i casi più complessi, fino a migliorare la gestione delle infezioni e ridurre la mortalità. Questo trasforma la ricerca da statica a dinamica”.
Gli ultimi dati proposti anche da OMS e ECDC confermano il trend peggiorativo dei germi multiresistenti in tutto il continente.“L’Italia resta il primo Paese europeo per numero di infezioni e di morti, con circa 15mila decessi l’anno stimabili come causati da microrganismi resistenti agli antibiotici – evidenzia il Prof. Marco Falcone. “Come indicato dai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2050 l’antibiotico-resistenza sarà la prima causa di morte a livello globale, provocando 10 milioni di decessi. Nel nostro lavoro verranno utilizzati anche i dati della rete ALARICO (Advancing knowLedge on Antimicrobial Resistant Infections Collaboration Network), i cui recenti aggiornamenti di settembre 2023 relativi a 17 ospedali italiani attestano come le infezioni da microrganismi multiresistenti carbapenetici, i più difficili da trattare, causano, rispetto ai microrganismi sensibili a questi antibiotici, un eccesso di mortalità che può arrivare fino al 35%”.
“Con questo progetto si vuole fornire supporto sia ai clinici che alle istituzioni – sottolinea il Prof. Claudio Mastroianni, Presidente SIMIT e coordinatore del progetto insieme al Prof. Falcone. Si affianca ai sistemi di sorveglianza ministeriali, ma si caratterizza per il valore aggiunto della gestione clinica, per la dinamicità, per gli interventi in real life. Si offre un prezioso strumento per analizzare nel dettaglio tutte le sfaccettature di questa problematica e per ottenere informazioni aggiornate sulle infezioni provocate da microrganismi multiresistenti”.