L’intervento chirurgico della cataratta produce effetti positivi anche sul cervello e il beneficio dura almeno 10 anni. La scoperta della connessione tra occhi e cervello arriva da uno studio dell’Università di Washington che dimostra una diminuzione del 30 per cento del rischio di demenza.
L’intervento alla cataratta e i risvolti positivi sul cervello. Lo studio
L’operazione della cataratta viene realizzata per schiarire la vista, tuttavia produce benefici effetti non sospettabili anche nelle capacità cognitive. L’effetto positivo dura almeno 10 anni dopo l’intervento. Le cataratte si formano negli occhi della gran parte di persone anziane e le forme di demenza, tra cui preponderante l’Alzheimer, insorgono abitualmente in età tarda. Lo studio ha preso in esame tremila volontari di età superiore ai 65 anni. Il gruppo è stato seguito prima e dopo l’intervento della cataratta, l’équipe guidata dalla dottoressa Cecilia S. Lee ha riscontrato tra di loro il calo del 30 per cento nell’insorgere della demenza in confronto a quanti non si erano operati e, avanti nel tempo, il perdurare della speciale “immunità” per un decennio almeno. I dati e i risultati della ricerca sono stati pubblicati su Jama Internal Medicine. È la prima volta che viene dimostrata una simile associazione con l’abbassamento della possibilità di demenza. Lo studio è di tipo osservazionale, quindi non individua le cause. Tuttavia, le ipotesi sono più di una, tra cui che gli occhi operati ricevano più luce blu. Può essere che, tolte le cataratte, le persone ricevano più stimoli sensori di migliore qualità, e questo potrebbe contribuire alla resistenza contro il decadimento cognitivo. La ricerca di Washington è un’ulteriore spinta a proseguire la ricerca sulla connessione occhi-mente. Altri studi condotti dalla dottoressa Lee hanno mostrato come malattie della retina (per esempio la degenerazione maculare), possano facilitare l’insorgere dell’Alzheimer.