Etica, trasparenza, merito. Sono queste le leve per prevenire e combattere la corruzione – soprattutto in sanità – dove in gioco c’è, oltre al bene pubblico, la vita stessa delle persone.
Esattamente 25 anni iniziava la stagione di Mani pulite con la scoperta, e non è un caso, di una mazzetta sanitaria pagata alla struttura sociosanitaria Pio Albergo Trivulzio di Milano.
Il videosocial preparato per l’occasione non è una commemorazione – perché si commemorano i defunti – e la corruzione è più che mai viva e attuale. Ma è l’occasione per analizzare come siano cambiati gli strumenti e le modalità del malaffare. Un tema che – come i grandi fenomeni del nostro tempo – non può essere affrontato all’interno del Paese ma deve trovare strategie e strumenti di prevenzione e di controllo comuni e il più possibile globali.
“Mariuoli della sanità, oggi come allora. – sottolinea Francesco Macchia, Presidente dell’Istituto per la promozione dell’etica in sanità, ISPE Sanità – Forse sono cambiati i metodi ma la corruzione è sempre lì. Lo dimostrano oggi i 50 rinvii a giudizio per appalti truccati a Modena, l’indagine della Guardia di Finanza all’ASL di Imperia per liste d’attesa parallele, l’inchiesta “Operazione Piramide” avviata presso l’Ospedale San Camillo – Forlanini di Roma, sempre per appalti truccati, solo per citare i casi più recenti”.
“Per questa ragione, come rappresentanti per l’Italia del network europeo contro le frodi e la corruzione in sanità (EHFCN.org) – prosegue Macchia – abbiamo organizzato per il 15 e 16 giugno a Roma un summit delle organizzazioni e delle istituzioni che in tutta Europa lottano contro il malaffare ai danni della salute dei cittadini. Presenteremo il nuovo Rapporto europeo sul fenomeno che, solo in Italia, sottrae alle cure dei cittadini circa 6 miliardi di euro ogni anno”.
“La strada della formazione etica applicata ai modelli organizzativi e affiancata da una puntuale e costante sensibilizzazione verso i cittadini – conclude il Presidente di ISPE Sanità – risulta ormai irrinunciabile per salvaguardare il patrimonio di civiltà che è il nostro Servizio Sanitario Nazionale; ed è una guerra che si può vincere solo se la si combatte a livello comunitario con un coinvolgimento consapevole dei professionisti e di tutti i cittadini”