Aumenta in Europa l’antibiotico-resistenza e le infezioni correlate all’assistenza (ICA) ma l’Italia è tra i paesi con le peggiori performance. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, delle Nazioni Unite e del G20 stimano nel 2050 una mortalità per germi multiresistenti agli antibiotici analoga alle patologie oncologiche, con 10 milioni di decessi a livello globale.
I pazienti più fragili sono anche i più colpiti dalle ICA, l’antibiotico-resistenza è una grave minaccia soprattutto per loro. Le infezioni ospedaliere sono un problema anche per le casse del Sistema Sanitario del nostro Paese: gravano con una spesa totale di 783 milioni di euro l’anno. Di questi, 259 milioni di euro sono imputabili alle ICA da batteri resistenti; oltre ai costi diretti, ci sono anche 28 milioni di costi indiretti annui.
II dati sull’antibiotico-resistenza
In Europa, secondo l’OMS, le infezioni da germi antibiotico-resistenti superano i 670mila casi all’anno. Sono responsabili di circa 33 mila decessi. Di questi, un terzo avvengono in Italia che è il Paese con la più alta mortalità in Europa, spesso a causa dell’abuso di antibiotici.
“L’antibiotico-resistenza è uno dei principali problemi di sanità pubblica – evidenzia il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT – La SIMIT. “A febbraio – prosegue – il Ministero della Salute ha approvato il nuovo “Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico Resistenza 2022-2025”: per supportarne una concreta implementazione, SIMIT propone un tavolo tecnico che quantifichi l’impatto delle ICA in Italia, verifichi i dati di ogni nosocomio e crei un sistema di sorveglianza capillare. Inoltre, auspichiamo un impegno di tutti i direttori generali e la presenza in ogni ospedale di un infettivologo competente sul tema. Una stewardship antibiotica, come dimostrato dalla letteratura scientifica, può ridurre fino al 70% le infezioni resistenti agli antibiotici, soprattutto se coniugata a interventi per migliorare l’igiene degli ospedali e il lavaggio delle mani degli operatori sanitari”.
Innovazione per prevenire
Il tema è stato affrontato durante il primo incontro del progetto “La Sanità che vorrei…”, dal titolo: “L’antimicrobico resistenza: una minaccia globale”, promosso dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in collaborazione con altre società scientifiche e associazioni di pazienti e con il Ministero della Salute. “Con questa iniziativa intendiamo stimolare una concreta riflessione sulle emergenze infettivologiche che ci troviamo ad affrontare già oggi e che potrebbero degenerare con effetti su ogni piano, come ha dimostrato il Covid-19 – sottolinea il Prof. Claudio Mastroianni, Presidente SIMIT – Tra i temi che verranno affrontati in questo ciclo di incontri, infatti, vi sono spunti di attualità come prevenzione vaccinale, nuovi strumenti terapeutici, screening nelle malattie infettive come intervento di sanità pubblica, infezioni emergenti e riemergenti, cambiamenti climatici e tropicalizzazione del clima, Digital Healt, Federalismo regionale, rapporto tra ospedale e territorio, formazione del personale medico, gestione dei PS, trattamento di cronicità e acuzie”.
La lotta alle infezioni correlate all’assistenza passa dalla ricerca e l’innovazione, con nuovi vaccini, nuovi test diagnostici e nuovi antibiotici per contrastare i batteri resistenti. Inoltre le tecnologie evolvono e oggi ci sono piattaforme per valutare le Infezioni Correlate all’Assistenza, la circolazione di germi multiresistenti, l’applicazione di protocolli e le procedure di controllo, il corretto uso degli antibiotici. Un software già in uso in diversi ospedali è prodotto da un’azienda italiana e valuta tutti i parametri legati alla resistenza dei germi. Inoltre individua i fattoti responsabili dell’aumento della resistenza agli antibiotici.