Un articolo apparso sulla rivista BMJ Open farà sicuramente discutere: il colesterolo Ldl – quello cattivo – non è un fattore di rischio per malattie cardiovascolari nella popolazione anziana e quindi i farmaci per abbassarne i valori, le statine, sono inutili.
Da nemico della nostra salute, minaccia per il cuore e il sistema circolatorio, a innocuo ospite? Non proprio: l’Ldl, dicono gli scienziati, non è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari nelle persone over 60 e quindi le terapie a base di statine non servono a nulla. Quindi resta un problema per gli under 60, è bene sottolinearlo.
La squadra di lavoro internazionale ha analizzato i risultati di una serie di studi che hanno coinvolto 68 mila persone. I dati statistici apparsi hanno dato un risultato del tutto inaspettato: il 92 per cento delle persone over 60 con livelli alti di Ldl non sono morte prima di quelle con Ldl nella norma.
Lo studio ha fornito ragionevoli motivi per rivalutare le linee guida che raccomandano i farmaci per ridurre l’Ldl nelle persone anziane, che in soldoni significa che i benefici delle terapie con le statine risultano esagerati.
Lo studio, come prevedibile, ha già iniziato a far discutere. Jeremy Pearson, direttore associato della British Heart Foundation ha dichiarato all’Indipendent che questi risultati non lo hanno colto di sorpresa, dato che con l’avanzare dell’età molti altri fattori incidono sulla salute generale rendendo l’impatto del colesterolo alto difficile da individuare. Anche se secondo lui questa ricerca non mette in discussione il fatto che bassi livelli di Ldl riducono il rischio di morte in generale e di attacchi di cuore e ictus, a prescindere dall’età.
Concludiamo con un’affermazione – anch’essa certamente controcorrente – di uno degli autori dell’articolo sul BMJ, il cardiologo inglese Aseem Malhotra, secondo il quale “per dimagrire bisogna mangiare grassi”. A occhio e croce, la discussione non finisce qui.