La ricerca ha fatto passi avanti soprattutto negli ultimi anni, ma ancora oggi una cura che guarisca l’HIV non c’è. Una diagnosi tempestiva serve ad evitare che le persone affette da questo virus possano trasmetterlo in maniera inconsapevole. I pazienti affetti dal virus devono essere presi in carico da strutture competenti ed essere sottoposti alle cure adeguate.
A occuparsi periodicamente di aggiornare le linee guida per il trattamento di hiv e Aids è la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), in collaborazione con le Sezioni L e M del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute.
Le nuove linee, per il 2016, oltre a nuove ricerche scientifiche, propone ulteriori particolari su come gestire l’assistenza dei pazienti, su come iniziare la terapia antiretrovirale di combinazione (cART), nonché sulla sua ottimizzazione, sull’invecchiamento delle persone con HIV, la coinfezione con tubercolosi, la terapia neo-natale e la profilassi pre-esposizione PrEP). Al progetto multidisciplinare hanno partecipato medici specialisti della SIMIT, ma anche esperti di altre discipline, e soprattutto le associazioni dei pazienti e delle comunità colpite dall’infezione.
Oggi, la terapia di combinazione, la cosiddetta cART, non solo garantisce che il virus non sia trasmesso, ma permette di prevenire le complicanze, evitando di arrivare alla forma conclamata della patologia detta AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita). In questo modo si garantisce una prospettiva di vita più lunga a tutti quei pazienti che seguono il protocollo nel dettaglio. I percorsi terapeutici, basati soprattutto su assunzioni di farmaci, per essere realmente efficaci, devono essere non solo condotti nel rispetto dei principi che ne garantiscano un’efficacia duratura, ma soprattutto personalizzati a seconda delle caratteristiche cliniche, sociali e comportamentali del paziente.