Tempo di lettura: 3 minutiUn adulto su tre ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno. Un milione e mezzo sono invece i giocatori problematici. Sono solo alcuni dei dati emersi dalla prima indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità. “Questa indagine, affidataci dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dello Stato – dice Walter Ricciardi, Presidente dell’ ISS – è il più grande studio mai realizzato prima in Italia e ci offre la possibilità di fotografare un fenomeno, prevalente al Sud e nelle Isole, il cui monitoraggio può essere una guida per valutare l’efficacia delle azioni di prevenzione e gli interventi di assistenza”. La ricerca, realizzata con EXPLORA, ha analizzato anche aspetti legati all’esperienza sociale del gioco e gli elementi che possono portare al comportamento problematico.
Lo studio
Lo studio ha coinvolto 12.007 adulti italiani (47,6% uomini e 52,4% donne). “Dall’indagine è emerso che 18 milioni di italiani adulti hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno – dice Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ ISS – di questi più di 13 milioni giocano in modo “sociale”, due milioni presentano un profilo a basso rischio e un milione e 400mila persone presentano un rischio moderato. Un milione e mezzo sono giocatori problematici – continua Roberta Pacifici – sono cioè coloro che faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare la spesa, alterando inoltre i comportamenti sociali e familiari”. Già da un anno, intanto, è attivo presso il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, il Numero Verde 800 558822 per aiutare e orientare le persone con problemi legati al gioco d’azzardo e i loro familiari.
Profilo del giocatore problematico
Rispetto ai giocatori “sociali” i giocatori problematici praticano di più le Slot e le video lotterie e presentano stili di vita meno salutari: fumo, abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. Il rapporto dell’ISS ha indagato anche l’aspetto economico del gioco problematico. Il 5,8% dei giocatori problematici, infatti, ha ottenuto la cessione del quinto sullo stipendio rispetto allo 0,7 dei non giocatori, il 27,7% ha ottenuto prestiti da società finanziare rispetto al 4% del non giocatore e il 14,2 ha chiesto prestiti a privati rispetto allo 0,9% dei non giocatori. Anche il luogo del gioco caratterizza il giocatore problematico rispetto al giocatore sociale. I dati dell’indagine mostrano che il giocatore problematico predilige i luoghi lontani da casa (11,3% vs 2,5%) e dal lavoro (2,3% 0,8%), quelli che garantiscono la maggior privacy (10,7% vs 1,5%). I giocatori sociali, invece, scelgono più spesso i luoghi vicino casa (49,2% vs 37,5%) o vicino al posto di lavoro (14,9% vs 9,6%), con disponibilità di altri servizi (10,5% vs 6,6%).
I minori
Lo studio sui minori ha coinvolto 15.602 studenti tra i 14 e i 17 anni, ai quali la normativa vigente vieta in assoluto la pratica del gioco d’azzardo. Tuttavia dall’indagine dell’ Iss è emerso che quasi 700mila minorenni hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno: di questi quasi 70mila sono già giocatori problematici. I giocatori minorenni sono 17enni nel 35% dei casi, con un divario di genere molto marcato e prevalente nei maschi: 4 su 10. I giovani giocatori problematici che sono il 3% dei giovani giocatori, praticano soprattutto scommesse sportive (79,6%) e lotterie istantanee (70,1%).
Over 65
Sono circa 3 milioni quelli che giocano, senza divario di genere, sia uomini che donne. Di questi 3 milioni il 2% è un giocatore problematico. Preferiscono le lotterie come tipologia di gioco e lo fanno dal tabaccaio o al bar.
Numero Verde
Per aiutare i giocatori a rischio l’Istituto Superiore di Sanità ha attivato il Numero Verde, che in modo anonimo e gratuito, aiuta i giocatori a rischio e problematici e i loro familiari orientandoli sui servizi più vicini al loro domicilio in grado di sostenerli. Proprio per far conoscere questo strumento di aiuto l’ ISS ha attivato una campagna di comunicazione nazionale che, grazie al contributo di Responsabilità Sociale RAI, promuove la presenza degli esperti del Numero Verde nelle trasmissioni. La campagna inoltre è sostenuta dalla Diocesi di Roma grazie alla quale il Numero Verde è promosso nelle 336 parrocchie romane e in tutte le sale d’attesa di Italo Treno.