Una volta fatto il vaccino non è escluso che si possa comunque contrarre una forma più o meno grave di Covid. È una possibilità remota, ma esiste. Secondo un recentissimo studio condotto dagli scienziati dell’Università della California (San Diego) e della David Geffen School of Medicine dell’Università della California a Los Angeles la possibilità di ammalarsi nuovamente esiste. Lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine ein sostanza valuta i tassi di infezione da Covid su una popolazione di operatori sanitari che avevano ricevuto la vaccinazione. Si è inoltre verificato un aumento regionale delle infezioni che si sono sovrapposte alle campagne di vaccinazione durante questo periodo di tempo. Ovviamente si tratta di situazioni molto rare, ma sufficienti a dimostrare l’importanza di continuare ad usare precauzioni anche dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino (se prevista).
STUDIO SUI BAMBINI
Intanto, sempre in tema di vaccini, a breve partirà uno studio che servirà a valutare la possibilità di somministrare i vaccini anti Covid (in particolare Pfizer) nella fascia di età che va dai 5 agli 11 anni. Immediatamente dopo si guarderà alla fascia subito dopo dai 2 ai 5 anni e infine da 6 mesi a 2 anni. Quindi c’è un piano di sviluppo per arrivare a poterli somministrare fino a 6 mesi di vita. Un tema che sta già facendo discutere e preoccupare moltissimi genitori, che non sembrano troppo convinti (al di là del vaccino impiegato) nel voler vaccinare i propri figli. Timori comprensibili, ma anche ingiustificati. Non solo al momento non è previsto alcun tipo di vaccino anti Covid per i bambini, ma soprattutto, quando le approvazioni dovessero arrivare, possibili effetti negativi sarebbero tenuti in grandissima considerazione dagli enti preposti ai controlli.
EFFETTI COLLATERALI
È stata Valentina Marino (direttore medico Pfizer Italia) a “Che giorno è”, su Rai Radio 1, a dire che «I risultati per le fasce dei più piccoli li avremo entro un anno». Come ripotato dall’ANSA, i possibili effetti collaterali nella fascia 12-15 anni ha precisato, «sono sovrapponibili a quelli della fascia 16-25 anni, febbre dolore al sito di iniezione, dolori articolari». Marino ha anche spiegato che il vaccino Pfizer per i ragazzi «è esattamente lo stesso di quello somministrato in fasce di età più alta. Nei soggetti di 12-15 anni che hanno partecipato allo studio di Fase 3 si sono visti risultati molto promettenti, con un’efficacia del 100% e una risposta anticorpale molto robusta, superiore a quella della fascia 16-25 anni».