Per il quotidiano britannico The Guardian quella della farmaco-resistenza è una vera e propria apocalisse annunciata. I titoli, si sa, devono fare sensazione, ma in questo caso non si tratta di un’esagerazione. Per capirlo basta guardare ai 700mila decessi annui legati a infezioni resistenti agli antibiotici (dati Ocse). E sono addirittura 10milioni i morti previsti per lo stesso motivo nel 2050. Se questa non è l’apocalisse poco ci manca. I numeri sono talmente alti da far prevedere un sorpasso rispetto a malattie gravissime come il tumore o il diabete, e addirittura le morti per incidenti stradali.
I dati
Facile immaginare l’impatto negativo sul PIL mondiale; la stima (dati del Fondo Monetario Internazionale) è di una perdita che si aggirerà attorno al 3,5% in meno, con un costo indiretto sull’economia mondiale di 100mila i miliardi. Altro dato allarmante è che è prima nella classifica europea con percentuali di resistenza tra le più elevate (7% – 10%). Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) colpiscono 284.000 pazienti ogni anno e causano 4.500 – 7.000 decessi con costi annui superiori a 100 milioni di euro.
Uno scenario apocalittico, quindi, quello lanciato dall’Unione Europea che ha identificato l’AMR come una delle principali priorità della sua agenda politica e che con OMS, FAO, OIE, EFSA e EDCD definisce la resistenza agli antimicrobici come un serio rischio per la salute umana ed animale. Ed è proprio accendere i riflettori sull’avanzata mondiale delle infezioni, e sulla rapidità delle azioni da mettere in atto per contrastarla, l’obiettivo del convegno «Una nuova resistenza contro la sfida globale dei superbatteri». L’associazione G. Dossetti punta il dito sul problema antibiotico-resistenza e scattando una fotografia dello stato dell’arte dell’AMR. Un evento, quello di domani (21 settembre) di carattere nazionale – con il patrocinio del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità – al quale parteciperanno i maggiori esperti delle istituzioni pubbliche, del mondo clinico ed accademico e delle società scientifiche, e che darà voce anche all’industria farmaceutica, proprio nell’ottica del sistema one health raccomandato dalla comunità scientifica internazionale (per il programma della giornata, clicca qui Scheda convegno e Iscrizione)
«Il 21 settembre – dichiara Claudio Giustozzi Segretario Nazionale – l’associazione Dossetti inaugura l’era postantibiotica in Italia e farà le sue proposte, perché la resistenza dei superbugs mette a rischio la vita di tutti, mentre l’industria farmaceutica registra un numero sempre più limitato di nuovi antibiotici». La parola d’ordine del convegno sarà antimicrobial stewardship. «Non basterà – conclude Dossetti – lavarci bene le mani per evitare il primo morto in Italia questo è certo».