Uno spray nasale cambierà le sorti di quanti soffrono di disturbo bipolare e non traggono beneficio dalle terapie oggi disponibili. Il nuovo farmaco ha dato risposte anche superiori alle attese dei ricercatori, dimostrandosi efficace a 3 mesi nel 68% dei casi con una remissione dell’episodio depressivo del 48.5%. Cosa non meno importante, il nuovo farmaco ha dimostrato di non avere particolari effetti collaterali e, quindi, ben tollerato dalla stragrande maggioranza dei pazienti.
LO STUDIO
I dati emergono da un importante studio italiano, che ha visto coinvolti altri 20 centri di cura a livello nazionale, coordinato dalla Cattedra di Psichiatria dell’Università “D’Annunzio” di Chieti (Pescara), diretta dal professor Giovanni Martinotti, e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Bipolar Disorders. Lo studio clinico ha indagato l’efficacia e la sicurezza dello spray nasale nei pazienti affetti da disturbo bipolare, mostrando una azione rapida ed efficace nel trattamento sia dei sintomi depressivi che di quelli ansiosi, in assenza di rischi per la salute e di effetti collaterali gravi.
FORME RESISTENTI
Il nuovo farmaco agisce con un meccanismo rapido e innovativo, diverso dai precedenti farmaci antidepressivi e dagli stabilizzatori del tono dell’umore, che vengono normalmente utilizzati nella pratica clinica del disturbo bipolare, è attualmente approvato per il trattamento delle depressioni resistenti, in cui cioè non si verifica la remissione dei sintomi depressivi nonostante le cure convenzionali, ma che non era ancora stato studiato nel disturbo bipolare.
OPZIONE TERAPEUTICA
Il disturbo bipolare – dice fra l’altro il professor Martinotti – rappresenta una condizione estremamente diffusa, caratterizzato da episodi di alterazione del tono dell’umore, sia in senso depressivo che espansivo, eccitamento, che causa ogni giorno sofferenza e difficoltà nella vita di molte persone. Gli episodi depressivi caratterizzano la maggior parte delle fasi di malattia nel Disturbo Bipolare: esistono pochi trattamenti approvati, spesso inefficaci e in taluni casi scarsamente tollerati, come avviene ad esempio con gli antidepressivi classici, che aumentano il rischio di indurre fasi di eccitamento. Nello studio si è dimostrata una valida opzione terapeutica anche nel contesto della depressione bipolare.