Può trattarsi di celiachia o di sensibilità, quando l’assunzione del glutine scatena reazioni avverse. C’è anche, però, chi sceglie di eliminare il glutine dalla dieta senza una reale esigenza: per moda o false credenze. La malattia invece è una condizione reale: l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) la definisce come “un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti”. Inoltre, negli ultimi anni sono sempre più frequenti reazioni avverse al glutine anche in persone non celiache: una condizione definita di recente come: “sensibilità al glutine non celiaca” (NCGS) diversa dalla celiachia. Oggi sono tre le condizioni che richiedono una dieta senza glutine (GFD): la celiachia, la sensibilità al glutine e l’allergia al grano. Intanto aumentano i malati di celiachia in Italia. Nel 2016 il numero totale delle nuove diagnosi è stato di 15.569, oltre 5.000 diagnosi in più rispetto all’anno precedente, e risultano diagnosticati in Italia 198.427 celiaci (di cui 2/3 appartenenti alla popolazione femminile e 1/3 a quella maschile). Tuttavia potrebbe essere un dato incompleto, infatti si stima che siano circa 408.000 i celiaci non ancora diagnosticati. Il quadro è stato tracciato nell’ultima Relazione annuale del ministero della Salute al Parlamento sulla celiachia, relativa al 2016.
Senza glutine per moda
Negli ultimi anni è aumentato anche il numero di persone che hanno eliminato il glutine dalla dieta pur non avendo nessuna patologia. Si tratta di individui che considerano la GFD (dall’inglese gluten free diet) un’opzione “più sana”. La diffusione di fake news o notizie approssimative, insieme alla pressione pubblicitaria, ha portato ad una grande richiesta di questi prodotti da parte degli italiani. Una delle false promesse più diffuse della dieta senza glutine è quella di far perdere peso. Una notizia del tutto infondata, visto che spesso gli alimenti gluten free sono più calorici degli equivalenti con il glutine.
Prodotti senza glutine spesso più calorici
Per aiutare a fare chiarezza e difendersi dalle fake news, il CREA ha stilato un documento che mette in discussione una delle tendenze degli ultimi anni che è quella di considerare il glutine dannoso, anche senza una effettiva intolleranza accertata, basandosi su evidenze scientifiche. Nessuna ricerca, infatti, ha finora dimostrato un effetto benefico per i non celiaci nell’eliminazione del glutine dalla dieta. “Diversi studi hanno dimostrato che i prodotti trasformati GF (gluten free) hanno, in generale, un maggior apporto energetico e una dieta GF potrebbe non fornire quantità adeguate di oligoelementi e vitamine – spiega l’Istituzione pubblica che da più di 80 anni si occupa di ricerca nel campo degli alimenti e della nutrizione e prepara documenti di indirizzo per la popolazione italiana. “Considerando queste informazioni nel loro insieme – continua il CREA – si può concludere che seguire una dieta GF fai-da-te senza essere seguiti da un esperto nutrizionista può comportare squilibri nutrizionali. Questo rappresenta una preoccupazione non solo per le persone che, presentando disturbi glutine correlati, sono obbligate ad aderire a questo regime alimentare, ma anche per coloro che, in assenza di una vera e propria diagnosi, decidono di eliminare il glutine dalla propria alimentazione”.