Una fortunata trasmissione tv l’ha sdoganata anche in Italia, la chirurgia dell’obesità ha visto negli ultimi 10 anni un incremento esponenziale (+300%). Nel nostro paese si è passati dai 7.645 interventi del 2012 agli oltre 25.000 stimati per il 2022. Ma cosa spinge i pazienti obesi a vedere nell’intervento chirurgico una via d’uscita? Secondo Marco Antonio Zappa, presidente della Società Italiana di Chirurgica dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche – Sicob: «Alla base di tutti questi fenomeni c’è una scarsa conoscenza del problema obesità, della necessità di affrontarla in un’ottica multidisciplinare, delle potenzialità del trattamento chirurgico, dei suoi effetti, dei rischi e dei benefici».
SETTIMANA INFORMATIVA
Certamente, anche l’elevata prevalenza della malattia fa la sua parte. Ma giocano un ruolo anche i risultati ancora insufficienti delle terapie comportamentali e allo scarso ricorso alle terapie farmacologiche più moderne. Per diffondere una conoscenza la Sicob e la sua Fondazione hanno dato vita alla prima Giornata della Chirurgia Bariatrica, che si concluderà 29 ottobre. I protagonisti sono i pazienti con le loro storie di sofferenza e di riscatto. Le loro storie serviranno da esempio e da stimolo per chi affronta questo percorso terapeutico.
IL SERVIZIO PUBBLICO
Malgrado ogni sforzo per selezionare attentamente i pazienti da sottoporre all’intervento chirurgico, esiste una richiesta molto elevata da parte della popolazione e un’impossibilità del sistema di rispondere alla domanda assistenziale. Non è raro così che i pazienti lamentino e di essere esclusi nei fatti dalla possibilità della cura, specie nelle regioni che hanno operato un taglio di posti letto e di risorse. Tutto questo ha condotto al fenomeno della migrazione sanitaria. Ciò nonostante sono molti i centri pubblici con unità operative dedicate proprio a questo tipo di chirurgia, centri nei quali la patologia viene affrontata con il supporto di psicologi e altri specialisti.