Tempo di lettura: 3 minutiOgni giorno in Italia 1000 persone scoprono di avere un tumore. Oggi al cancro si sopravvive in percentuali sempre maggiori, tuttavia un nuovo e preoccupante trend sta emergendo. Nell’ultimo anno la malattia è aumentata fra le donne e diminuita fra gli uomini. Nel primo caso si è passati da 168.900 diagnosi del 2015 a 176.200 nel 2016 (un aumento di circa 4,3 per cento), mentre nel secondo caso, se ne sono registrate 189.600 durante quest’anno, ovvero il 2,5 per cento in meno rispetto al 2015 (quando gli uomini affetti da cancro erano 194.400). Numeri che emergono dalla sesta edizione del censimento ufficiale, che fotografa l’universo cancro in tempo reale grazie al lavoro dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM). I dati sono raccolti nel volume ‘I numeri del cancro in Italia 2016′. In particolare, le stime parlano di 50mila nuovi casi di tumore del seno (nel 2015 erano 48mila), un fenomeno “da ricondurre anche all’ampliamento della fascia di screening mammografico in alcune regioni, che ha prodotto un aumento significativo dell’incidenza tra i 45 e i 49 anni”.
Per l’anno in corso sono stimate 365.800 nuove diagnosi di tumore. Dal punto di vista della ripartizione geografica, “si osserva ancora una differenza sul territorio nazionale con livelli che si riducono dal nord al sud”. “Infatti – si legge nel volume – il tasso di incidenza standardizzato (sulla popolazione europea) per tutti i tumori tra gli uomini è più basso dell’8 per cento al centro e del 15 per cento al sud rispetto al nord e per le donne del 5 per cento e del 16 per cento rispettivamente. Alla base di queste differenze possono esserci fattori protettivi (differenti stili di vita, abitudini alimentari, fattori riproduttivi) che ancora persistono nelle regioni del centro e sud Italia, ma anche una minore esposizione a fattori cancerogeni (abitudine al fumo, inquinamento ambientale e cosi’ via). Per contro – sottolineano Aiom e Airtum – nelle regioni del sud, dove gli screening oncologici sono ancora poco diffusi, non si e’ osservata la riduzione della mortalita’ e dell’incidenza dei tumori della mammella, colon-retto e cervice uterina. Per alcuni tumori (esofago, melanoma) si confermano tassi di incidenza doppi al nord rispetto al sud per entrambi i sessi. Anche per il rene e la pelvi renale l’incidenza e’ marcatamente minore al sud e in entrambi i sessi, così come per il tumore della prostata che continua a far registrare tassi di incidenza più elevati nelle regioni del nord”.
Il tumore piu’ diffuso in Italia (escludendo i carcinomi della cute, non melanomi) è quello del colon-retto, con 52.000 nuove diagnosi stimate per il 2016, seguito dal tumore della mammella con circa 50.000 nuovi casi. Questi due tumori sono seguiti da quello del polmone con oltre 41.000 nuovi casi, dal tumore della prostata con 35.000 nuove diagnosi e della vescica con circa 26.600 nuovi casi. Negli uomini prevale il tumore della prostata (il 19 per cento di tutte le neoplasie diagnosticate). Seguono quello del polmone (15 per cento), del colon-retto (13 per cento), della vescica (11 per cento) e dello stomaco (4 per cento). Tra le donne il cancro della mammella rappresenta il 30 per cento delle neoplasie, seguito da colon-retto (13 per cento), polmone (6 per cento), tiroide (5 per cento) e corpo dell’utero (5 per cento). In generale, in Italia, nel periodo 2008-2016, si conferma una diminuzione di incidenza per tutti i tumori nel sesso maschile (-2,5 per cento per anno) legata soprattutto alla riduzione dei tumori del polmone e della prostata.
”Oggi le due neoplasie piu’ frequenti, quella della prostata negli uomini e del seno nelle donne, presentano sopravvivenze a 5 anni che si avvicinano al 90 per cento, con percentuali ancora piu’ elevate quando la malattia e’ diagnosticata in stadio precoce”, ha detto il presidente nazionale dell’Aiom, Carmine Pinto, aggiungendo che si tratta di “risultati sicuramente incoraggianti”. A fronte del dato relativo all’aumento delle nuove diagnosi tra le donne, ha sottolineato Pinto che ”un’arma fondamentale è lo screening dell’HPV (papillomavirus) nell’individuare in fase precoce il carcinoma della cervice uterina, uno dei tumori femminili più diffusi nelle giovani donne (under 50), al quinto posto con 2.300 nuove diagnosi stimate in Italia nel 2016”.