Il cancro colpisce un bambino su 650 entro i 15 anni di età, e ogni anno vengono registrati 120-140 nuovi casi per milione di bambini sotto i 15 anni.
La Regione Piemonte ha istituito nel 2004, per prima in Italia, la Rete regionale di Oncologia ed Oncoematologia Pediatrica, con il preciso scopo di attivare percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per i pazienti di età compresa tra 0 e 18 anni che forniscano risposte veloci e il più possibile adatte alle esigenze dei malati garantendo insieme le cure appropriate per le patologie oncologiche pediatriche.
Nel 2010, la Rete regionale si è ingrandita ed è stata estesa anche alla Valle d’Aosta (anche in questo caso, unica esperienza in Italia).
Un modello organizzativo d’eccellenza in cui persone, risorse, tecnologie, ricerche, percorsi di diagnosi e terapia vengono condivisi tra le due Regioni per ottimizzare e migliorare le risposte ai bisogni di salute di chi è colpito dal tumore, senza disomogeneità territoriali; una “struttura” attorno a cui ruota un vero e proprio “mondo” legato alla famiglia, agli affetti, al contesto sociale, e il cui percorso clinico assistenziale si intreccia con il percorso di vita e con quello legato allo sviluppo evolutivo dei singoli pazienti.
Nell’ambito della “Rete” Piemonte-VdA, infatti, particolare attenzione è dedicata al tema dell’umanizzazione delle cure, a partire dalla comunicazione della diagnosi e dai servizi di supporto: l’assistenza psicologica, la scuola in ospedale, il servizio sociale, il servizio di volontariato, la mediazione culturale e il servizio educativo. Un sistema di eccellenza sanitaria che potrebbe ora diventare modello per la costituzione di reti oncoematologiche pediatriche trasferibili in tutto il territorio nazionale.