Su 5,2 milioni di decessi registrati nell’Unione europea nel 2015, 4.400 erano dovuti alla tubercolosi (6,31%). L’Eurostat – Ufficio Statistico dell’Unione Europea – ha diffuso i dati sui decessi per tbc nell’Ue-28. Gli uomini sono stati i più colpiti con 3000 decessi, rispetto ai 1.400 femminili. Il 43% di questi decessi ha riguardato persone di età inferiore ai 65 anni. È la Romania a contare il maggior numero di morti per tubercolosi (1.058 decessi, pari al 24% del totale Ue), seguita da Polonia (545, 12%) e Francia (436, 10%). Al quarto posto c’è l’Italia, i cui 332 decessi per tubercolosi nel 2015 valgono il 7,5% di tutti i decessi Ue. Tuttavia, questi numeri assoluti devono essere adattati alle dimensioni e alla struttura della popolazione. Con 6,3 morti per tubercolosi per milione di abitanti, la Lituania ha registrato il tasso più alto tra gli Stati membri dell’Ue, seguita da Romania (5,4) e Lettonia (4,7). Invece i tassi più bassi di decessi per Tbc sono stati registrati nei Paesi Bassi e in Svezia (entrambi con 0,2 decessi per milione di abitanti). A livello Ue, il tasso medio è di 0,85 decessi per tubercolosi per milione di abitanti nel 2015.
L’Italia in questo caso si trova nelle parti basse della classifica a nove posti dal fondo con un tasso di 0,43 morti di TBC per milione di abitanti. L’OMS stima che nel mondo vivano almeno 2 miliardi di persone con un’infezione ‘latente’ da TBC; persone cioè portatrici del batterio, ma senza sintomi (tosse, febbre, calo ponderale e sudorazioni notturne). Queste persone hanno un rischio del 5-15% di sviluppare nel corso della vita la malattia conclamata; il rischio è ovviamente maggiore nei soggetti con compromissione dell’immunità (come le persone con infezione da HIV, quelle in terapia immunosoppressiva, diabetici, fumatori, persone malnutrite).
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