La balbuzie è spesso sottovalutata e non va confusa con le disfluenze dell’età evolutiva. Oggi 22 ottobre, si celebra la Giornata internazionale della consapevolezza sulla Balbuzie. Sul disturbo ruotano ancora molte false credenze, nonostante sia un fenomeno in crescita negli ultimi dieci anni.
Balbetta il 17% degli italiani (i maschi sono più colpiti, con un rapporto di 4:1 rispetto alle donne). Tra questi ci sono anche molti personaggi del mondo dello spettacolo. Infatti con la balbuzie si può convivere, senza compromettere qualsiasi ambito della vita. A fare la differenza è un intervento tempestivo multidisciplinare già da bambini, a un anno dalla comparsa del disturbo. Si può imparare a gestirla affidandosi al logopedista formato in balbuzie, e a uno psicologo, quando c’è un vissuto negativo nei confronti del disturbo.
In particolare, le manifestazioni della balbuzie cambiano da persona a persona, ma anche nello stesso soggetto possono variare lungo l’arco della vita in termini di frequenza, durata, tipologia e severità.
Balbuzie, ancora permane lo stigma
L’Osservatorio Voice Shaming, una iniziativa dell’associazione Vivavoce, ha messo in luce la discriminazione vocale che le persone balbuzienti affrontano, principalmente nell’ambito scolastico. Secondo un’indagine, il 99% dei partecipanti è stato deriso o umiliato a causa della voce.
Il campione di 205 persone balbuzienti, di età compresa tra 14 e 64 anni, ha dimostrato che l’ambiente scolastico è il più a rischio discriminazione, con il 73% dei casi. La balbuzie influisce sulla qualità della vita delle persone, spingendo molti a fare rinunce professionali e sociali.
L’indagine rivela che l’adolescenza è il periodo più critico. Il voice shaming si manifesta principalmente attraverso derisione (48% dei casi) e giudizio (32%), mentre è meno comune l’esposizione a violenze fisiche o verbali (4,3%).
Per coloro che subiscono il voice shaming, l’esperienza è spesso paragonabile a quella del bullismo. Le reazioni emotive riportate includono umiliazione (62%), senso di inadeguatezza (53%), rabbia (46%) e frustrazione (45%). La tattica difensiva più comune è la dissimulazione, con il 62% degli intervistati che ignora gli insulti e il 19% che finge di riderci sopra.
La Giornata Internazionale della Sensibilizzazione alla Balbuzie è un’occasione per riflettere e agire, per costruire un ambiente scolastico e sociale più inclusivo e rispettoso delle diversità, come ha sottolineato l’associazione in occasione della presentazione dei dati.