Ogni anno nel mondo l’ictus colpisce 17 milioni di persone e ne ‘uccide’ sei milioni. Eppure l’ictus cerebrale, che gli anglosassoni chiamano stroke, può essere sospettato, diagnosticato, curato e prevenuto.
A metterlo in luce è Alt (Associazione lotta alla trombosi), nella Giornata mondiale dell’ictus che ricorre il 29 ottobre. ”L’ictus va riconosciuto tempestivamente appena compaiono i sintomi e va curato in modo appropriato, senza perdere tempo – spiega Paola Santalucia, vicepresidente di Alt -. E’ un’emergenza medica, e i pazienti dovrebbero essere ricoverati e curati in unità opportunamente attrezzate chiamate Stroke Unit, in cui l’alta competenza di medici e infermieri, unite alla struttura organizzativa, consentono di fare il massimo per salvare il paziente e ridurre le probabilità di invalidità gravi residue”.
Ogni due secondi, infatti, una persona viene colpita da ictus, e una su 6 rischia di averlo nel corso della propria vita. Sono oltre 26 milioni le persone sopravvissute all’attacco, spesso con gravi disabilità e conseguenze devastanti per la loro vita e quella delle loro famiglie. ”Le cure appropriate e tempestive possono ridurre fortemente la probabilità di queste tragedie e salvare vite”, aggiunge Stephen Davis, presidente della World Stroke Organization (organizzazione legata all’Oms per la lotta contro l’ictus).
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