«L’uso indiscriminato di antibiotici ci ha portato ad una nuova stagione dell’antibiotico resistenza». A dirlo, nel corso di un importante congresso tenutosi alla Federico II di Napoli, è Guglielmo Borgia (direttore dell’unità operativa complessa di Malattie Infettive. «Ccirca la metà degli antibiotici utilizzati nell’uomo – rivela – viene assunta senza una reale indicazione». Purtroppo l’Italia è tra i primi posti per il consumo di antibiotici e di conseguenza anche per la percentuale di ceppi resistenti. Nel contesto nazionale, la Campania ha addirittura tassi superiori alla media sia sotto il profilo della resistenza agli antibiotici che dei relativi costi sanitari. Per contrastare il fenomeno della antibiotico- resistenza una delle possibili soluzioni è costituita dall’attivazione di un programma di antimicrobial stewardship, ovvero l’ottimizzazione della prescrizione di ogni singola terapia antibiotica.
La task force
«Il programma di antimicrobial stewardship – spiega , Ivan Gentile, responsabile scientifico del – consiste nella creazione di un team in cui consulenti infettivologi, con la stretta collaborazione di microbiologi, igienisti, farmacisti ospedalieri, farmacologi, in modo sistematico, valutano l’appropriatezza delle prescrizioni antibiotiche, modificandole secondo necessità, al fine di garantire la migliore terapia possibile per il paziente, con le dosi e la durata corretta per evitare l’uso improprio dei farmaci, minimizzando gli effetti collaterali e riducendo i costi». Il programma di antimicrobial stewardship, ampiamente validato da autorevoli linee guida internazionali, ha l’obiettivo di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con infezioni, ridurre le resistenze ed abbassare i costi.
L’OMS
Secondo l’OMS è necessaria una rete sinergica che coordini a livello globale il monitoraggio delle antibiotico-resistenze e la condivisione dei dati. Solo 129 dei 194 Paesi Membri hanno fornito dati nazionali sulle AMR e, tra questi, solo 42 hanno rintracciato i dati relativi a tutte le 9 coppie “batteri-antibiotici” che le agenzie nazionali hanno indicato come le principali minacce per la salute pubblica, tra queste: Staphylococcus aureus e meticillina, Escherichia Coli e le cefalosporine, Klebsiella pneumoniae e i carbapenemi. Ecco perché risuonano ancor più minacciose le parole di Keiji Fukuda che nel 2014 ha detto «L’era post-antibiotici – nella quale infezioni comuni e lievi ferite possono diventare mortali – ormai lontana dall’essere considerata una fantasia apocalittica, è diventata invece una reale possibilità del XXI secolo»
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