In Italia gli over 65 sono il 21 per cento circa della popolazione, tre punti percentuali in più della media europea. Ma oggi il ciclo vitale è cambiato. Se Dante quando inizia “nel mezzo del cammin di nostra vita”, ha circa 35 anni, oggi lo stesso momento può essere collocato tra i 50 e i 60 anni.
Negli Stati Uniti, ad esempio, sono state varate diverse leggi per contrastare la discriminazione dei lavoratori ultrasessantacinquenni.
Massimo Ammaniti, psicoanalista di fama internazionale, professore onorario della Sapienza Università di Roma, alle virtù della “quarta età” ha dedicato il saggio “La curiosità non invecchia” (Mondadori): raccolta di testimonianze di ottantenni e novantenni (tra gli altri Andrea Camilleri, Luciana Castellina, Raffaele La Capria, Aldo Masullo, Mario Pirani) che raccontano come è cambiato il loro modo di vivere sentimenti ed esperienze.
Per restare giovani bisogna «essere a contatto con i propri pensieri, saperli elaborare, è una attività fondamentale che ci accompagna nel corso degli anni – racconta Ammaniti in un’intervista a L’Espresso. E la vecchiaia – continua – è un periodo particolarmente fruttuoso, per riprendere il “De senectute” di Cicerone: la persona ritrova il filo della propria vita, scopre il desiderio che ha mosso la propria esistenza. L’accettazione dell’età che avanza genera riflessi positivi sul piano psicologico e anche sul cervello. Se invece la vecchiaia viene rifiutata si va incontro a un deterioramento generale, e nei neuroni possono depositarsi le placche senili che caratterizzano la malattia di Alzheimer».
Per lo psicanalista, in poche parole, bisogna stare a contatto con i giovani, scrivere e viaggiare se è possibile, ma soprattutto restare curiosi e non rifiutare la propria età che avanza. «Tra gli aspetti decisivi c’è la curiosità – spiega – evitare di chiudersi nelle proprie abitudini e prendersi cura del corpo: mangiare bene, fare sport per quanto possibile, continuare a viaggiare. Ed è cruciale coltivare il rapporto con le nuove generazioni. I club per vecchi vanno bene, ma attraverso i giovani il vecchio resta in contatto con la vita».
Tra le attività in grado di rallentare l’invecchiamento c’è la scrittura.
«Scrivere significa far vivere al di fuori di sé i propri ricordi, lasciare un’eredità. Mi viene in mente una frase che Freud disse a una collega che aveva scritto un libro: “Lo faccia uscire, lo pubblichi, lo faccia vivere”. La scrittura mette il nostro mondo a disposizione degli altri».
Infine, anche l’amore è molto importante, come del resto l’investimento libidico, che non sfocia necessariamente nel rapporto sessuale, ma rende la vita più ricca. Anche nella quarta età, quindi, possono nascere grandi attrazioni e simpatie.