La ricerca corre nel nostro Paese. Sono state oltre 15.400 le sperimentazioni cliniche avviate in Italia dal 2000 al 2022. Il 2021 ha visto un picco di 818 studi a seguito della pandemia. Il Sars-CoV-2 in particolare prodotto 107 studi clinici avviati nel triennio 2020-22: dai vaccini e i monoclonali agli antinfiammatori. Lo indica il ventesimo “Rapporto sulla sperimentazione clinica dei medicinali in Italia 2023”, pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
Aumentare le possibilità di guarigione
Gli studi clinici sono effettuati sull’uomo per testare l’efficacia e la sicurezza delle nuove terapie e confrontarle con quelle già in uso. L’obiettivo è migliorare le cure e la qualità di vita dei pazienti. Per i pazienti che hanno l’opportunità di partecipare significa accedere a terapie innovative, tra cui quelle geniche.
Per quanto riguarda i finanziatori, nel triennio 2020-22 sono cresciute le sperimentazioni promosse da aziende farmaceutiche e sono diminuite quelle no profit. Tra queste ultime, per numero di trial spiccano la Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Ospedale San Raffaele di Milano.
Ricerca sul Covid 10 %
Le sperimentazioni riguardano sempre più sia uomini che donne e sono multicentriche, sottolinea il rapporto Aifa. Coinvolgono quindi più centri di ricerca, università e ospedali spesso internazionali, aspetto che qualifica il livello.
Sono stati 683 gli studi autorizzati nel 2020, il numero più alto dei sette anni precedenti. L’impatto negativo della pandemia sulla gestione delle sperimentazioni è stato in parte compensato con gli studi sul Covid, che sono stati circa il 10% di quelli avviati.
Il 2021 ha segnato un picco di 818 studi autorizzati, anche per via del recupero delle sperimentazioni programmate nel 2020 ma bloccate dalla pandemia. Il dato segna un ritorno del volume della ricerca a livelli che non si registravano da oltre 10 anni in Italia.
Per l’anno 2022, le sperimentazioni avviate hanno avuto un calo a 663, che è il livello medio degli studi autorizzati nel decennio precedente.
La ricerca contro i tumori
I tumori sono l’ambito con più sperimentazioni autorizzate, circa il 40% del totale. Sono calate invece le sperimentazioni su farmaci per le malattie rare per via della pandemia, nel 2020 sono state 194 (28% del totale) e nel 2022 hanno visto un recupero con 230 (38%).
Gli studi autorizzati sul Sars-Cov-2 – iniziati con il trial di marzo 2020 sull’antivirale remdesivir – sono stati 107 nel triennio in esame. In questo caso il 95% degli studi è stato promosso da enti pubblici, primo fra tutti l’Istituto Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, con 6 trial avviati, seguito dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, con 5.