Tumore della prostata, occhio alla prevenzione
Secondo le stime più recenti, nel nostro Paese vivono oltre 485mila uomini dopo una diagnosi di tumore alla prostata, con un incremento previsto dell’1% ogni anno fino al 2040. Se la sopravvivenza a cinque anni supera il 90%, i decessi restano alti – oltre 8.200 ogni anno – e cresceranno con l’invecchiamento della popolazione. “Il carcinoma prostatico è oggi il tumore più frequente tra i maschi, in Italia come in gran parte dei Paesi occidentali. Pesano anche i fattori modificabili, legati a stili di vita errati” spiega Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom.
Diagnosi e trattamenti
Il tumore della prostata nelle fasi iniziali è spesso silente, senza sintomi evidenti che favoriscano una diagnosi precoce. Con il progredire della malattia possono comparire disturbi urinari, sangue nelle urine o dolore. “Le opzioni terapeutiche sono molteplici – sottolinea Marco Maruzzo, direttore dell’Uoc Oncologia 3 dell’Istituto oncologico veneto –: dalla sorveglianza attiva nei casi poco aggressivi, fino alla chirurgia, radioterapia e terapie ormonali. Per i pazienti con forme resistenti o metastatiche disponiamo oggi di trattamenti orali di nuova generazione, ben tollerati e in grado di migliorare la sopravvivenza”.
Il ruolo della genetica e della familiarità
La predisposizione familiare gioca un ruolo importante. “Circa il 10% dei tumori prostatici ha una base eredo-familiare – spiega Nicola Silvestris, segretario nazionale Aiom –. Se un parente di primo grado è colpito, il rischio raddoppia. Con specifici test genetici possiamo identificare varianti patogenetiche, come quelle nei geni Brca, e avviare percorsi di monitoraggio mirati”.
La prevenzione al centro
Durante il Tour Mediterraneo della nave Amerigo Vespucci, oncologi e volontari di Aiom, Fondazione Aiom, Airc e Sirm hanno incontrato migliaia di cittadini, distribuendo materiale informativo e sensibilizzando sulla prevenzione.
Cinieri ricorda che stili di vita sani fanno la differenza: “Il fumo aumenta del 20% il rischio di carcinoma prostatico; l’obesità favorisce forme più aggressive. Oggi il 27% degli uomini italiani fuma e l’11% è obeso. Viceversa, l’attività fisica riduce il rischio di progressione della malattia e la mortalità”.
Un impegno condiviso
Anche l’industria farmaceutica è coinvolta. “La prevenzione e la sensibilizzazione sono fondamentali – commenta Arianna Gregis, Head Pharmaceuticals di Bayer Italia –. Per questo abbiamo supportato Aiom durante il Tour Mediterraneo, con l’obiettivo di ampliare le opzioni di cura e diffondere una maggiore consapevolezza”.
I consigli degli oncologi per ridurre il rischio
- Non fumare: il tabagismo aumenta il rischio del 20%
- Mantenere un peso adeguato: l’obesità si associa a tumori più aggressivi
- Fare attività fisica regolare
- Monitorare la salute se si hanno casi in famiglia
- Valutare test genetici nei soggetti a rischio
Quindi, se è vero che il tumore della prostata è una malattia sempre più diffusa altrettanto ver è che oggi è sempre più curabile. La sfida resta quella della prevenzione: intervenire sugli stili di vita, promuovere diagnosi tempestive e sostenere campagne di sensibilizzazione può ridurre l’impatto della neoplasia sulla salute degli uomini e sul sistema sanitario.
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