Mal di schiena: nuove terapie e chirurgia mini-invasiva per tornare allo sport a 70 anni
Il mal di schiena riguarda circa il 70-80% degli italiani e spesso è correlato agli stili di vita sbagliati, con scarsa attività fisica e una postura scorretta. Questi numeri comportano costi stimati in 36 miliardi di euro, infatti il mal di schiena è la principale ragione di visite mediche e la causa più frequente di assenza dal lavoro. Si tratta di 2,3 punti del PIL, da cui derivano risvolti socioeconomici, sia come costi diretti (diagnostici e terapeutici) che indiretti (assenze dal lavoro, mancata produttività).
L’innovazione tecnologica apre a nuove opportunità contro il mal di schiena. Gli interventi mininvasivi sempre più precisi consentono ricoveri più brevi, convalescenze più veloci e il ritorno alle proprie abitudini – anche sportive – in tempi prima impensabili. Anche i rischi nell’intervento sono ridotti, così come i tempi di recupero, con benefici per il paziente e le strutture. La stenosi del canale lombare è una patologia diffusa soprattutto nella popolazione che ha superato i 65 anni.
Mal di schiena e chirurgia innovativa
L’intervento chirurgico per la stenosi del canale lombare è sempre più frequente grazie all’innovazione. La patologia impatta sulla qualità della vita per il restringimento (la stenosi, appunto) del canale lombare, che spesso si verifica in tarda età. Una donna su 5 con la menopausa e un uomo su 8 dopo i 65 anni possono incorrere in una frattura vertebrale; le condizioni possono aggravarsi senza interventi tempestivi: dopo la prima frattura, la probabilità di una recidiva aumenta di 5 volte, mentre il rischio di una terza ricaduta può aumentare fino a 25 volte.
“In passato, la stenosi del canale lombare era associata all’invecchiamento e alla riduzione dell’autonomia e della qualità di vita, mentre solo di rado si ricorreva all’intervento chirurgico che era invasivo, con una pesante anestesia e una lunga convalescenza, condannando le persone a rinunciare all’operazione e a rassegnarsi a una vita meno dinamica – spiega il Dott. Luca Serra, Responsabile UO Chirurgia Vertebrale, Ospedale Israelitico.
”Oggi è possibile sottoporsi all’intervento e tornare a una vita dinamica e persino sportiva. Il canale lombare che si è ristretto va allargato e successivamente stabilizzato: questa seconda parte dell’intervento, che prima si associava a possibili complicazioni, adesso si può fare senza aprire la colonna vertebrale, ma con semplici incisioni. L’intervento è facilmente realizzabile anche in tarda età, fino anche a 90 anni. La diffusione di questo tipo di attività chirurgica ha aperto la strada ad altri interventi mini-invasivi, con queste tecniche percutanee sempre più diffuse contro i vari tipi di mal di schiena”.
Robotica per la stenosi del canale lombare
Nel caso della stenosi del canale lombare, “grazie alla tecnica chirurgica dell’artrodesi conservativa consentita dalla robotica, è possibile allargare canali in persone anziane che fino a qualche anno fa si rassegnavano ad avere una vita scadente, a non camminare più, a fare interventi molto invasivi – commenta il Dott. Luca Serra.
”Possiamo poi contare su procedimenti come la navigazione, ossia la possibilità di seguire l’intervento in tempo reale nel corpo umano anche in aree delicate come il canale vertebrale, dove passano il midollo e il nervo, il cui monitoraggio rende l’atto chirurgico molto più sicuro. Questi miglioramenti sono però oggi disponibili solo in alcuni centri selezionati.
Apparentemente il costo di queste innovazioni è rilevante, ma saranno sempre più necessarie in tutte le chirurgie vertebrali e rappresenteranno un investimento ampiamente compensato dal risultato. Ne beneficia sia il paziente, che può contare su tempi di recupero più brevi, maggiore precisione e sicurezza dell’intervento, un minore impatto operatorio e minore ricorso a farmaci e terapie; sia per la struttura, che può così svolgere più attività e non rischiare complicazioni dell’intervento”.
Mal di schiena sempre più diffuso, il 10 per cento sono casi severi
“La patologie che portano al mal di schiena sono numerose, come l’artrosi, l’ernia del disco, l’osteoporosi, le deviazioni della colonna (scoliosi o cifosi), o ancora scivolamenti, instabilità, spondilolistesi – sottolinea il Dott. Luca Serra.
”Sono fondamentali le moderne tecnologie per diagnosi accurate e trattamenti mirati, come terapia del dolore, chirurgia mininvasiva, infiltrazioni terapeutiche. Tolte le forme transitorie, resta il 10% di patologia seria, su cui servono trattamenti specifici e, talvolta, l’intervento chirurgico, necessario soprattutto in tarda età per patologie come la stenosi del canale vertebrale, le fratture vertebrali, l’osteoporosi”.