Caccia al vaccino, partono le prime sperimentazioni
Trovare un vaccino per il coronavirus è l’imperativo di questi mesi, e probabilmente sarà così ancora sino a dopo l’estate. Una buona notizia arriva dalla tedesca CureVac, che comincerà a giugno i test clinici sul vaccino contro il coronavirus in Belgio e Germania. Ad annunciarlo è stato il nuovo presidente del consiglio di vigilanza dell’azienda, Jean Stéphenne, parlando con alcuni giornalisti belgi. Nel mese di giugno, «al massimo a luglio», cominceranno gli studi clinici su persone adulte e in buona salute che non sono state contagiate. Poi il vaccino sperimentale sarà iniettato in persone esposte al virus e infine agli anziani, la fascia più a rischio, ha spiegato Stéphenne. Qualcosa di simile a ciò che sta avvenendo già in altre nazioni, ma che inevitabilmente richiederà tempo.
TEMPI RECORD
Se l’Europa spinge sull’acceleratore per trovare una vaccinazione efficace, non è da meno l’impegno messo in campo dagli Stati Uniti, che tra l’altro sono duramente colpiti dalla pandemia con un treno di più di 2.000 vittime al giorno. Ai banchi di partenza c’è dunque una sperimentazione su 45 volontari sani, che saranno sottoposti a iniezione di dosi sviluppate congiuntamente da Nih e la startup biotech del Massachusetts, Moderna. Il vaccino, come si legge nel comunicato dell’azienda, si chiama mRna-1273. L’obiettivo è puramente quello di verificare che non ci siano effetti collaterali di rilievo, ponendo le basi per ampliare i test . Se tutto andasse nel migliore dei modi si tratterebbe di un record assoluto: 3-4 mesi per lo sviluppo e l’applicazione di un nuovo vaccino (nel caso della Sars il vaccino fu sviluppato in 20 mesi).
IL RUOLO DELL’ITALIA
Intanto, in Italia due progetti per il vaccino sono in attesa del via libera alla sperimentazione, sul fronte dei farmaci si prepara un’altra sfida: “lo sforzo che il ministero della Salute e le Regioni stanno facendo per rendere omogeneo sul territorio nazionale il trattamento pazienti”, ha rilevato il direttore del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. «Serve agilità – ha aggiunto – perché abbiamo bisogno di dare risposte immediate e di attivare nel modo più veloce possibile studi clinici». Un compito, questo, nel quale «l’Italia sta svolgendo un ruolo pionieristico». Il vaccino sarà un’arma cruciale contro la pandemia da coronavirus, ma in attesa dei risultati dei test le sole contromisure sono il contenimento e il rispetto rigoroso dell’igiene. I primi effetti potrebbero essere nei casi registrati anche, che continuano sì a mostrare un aumento, ma a un ritmo leggermente rallentato rispetto ai giorni precedenti.