Si può fare il bagno dopo mangiato?
Chi, da piccolo, dopo aver mangiato, non è stato costretto da genitori, nonni o zii di turno ad aspettare tre ore prima di fare il bagno? Quell’agognata attesa sotto i raggi infuocati ad aspettare che la digestione faccia il suo corso martirizza ancora oggi gli adulti. Il supplizio non è risparmiato soprattutto ai piccoli, letteralmente sequestrati sotto l’ombrellone. Certamente si tratta di una preoccupazione nostrana, negli altri Paesi si attende solitamente un’ora. Il pericolo è la congestione: il blocco della digestione dovuto allo sbalzo termico tra la temperatura corporea e quella dell’acqua di mare. Il rischio però non è certamente un’esclusiva del tuffo in mare. Può subentrare una congestione anche dopo aver consumato una bibita molto fredda o nel passaggio da un ambiente caldo a uno con aria condizionata alta.
I dati scientifici sulla connessione tra i pasti prima del bagno e il rischio annegamento sono piuttosto vaghi, tanto che la International Life Saving Federation definisce infondata la raccomandazione di evitare il bagno dopo i pasti. Come in ogni cosa vale la regola del buon senso. Anche se non ci sono dati certi, le tre ore di attesa tra il pasto e il bagno sono una regola di prudenza non trascurabile, specialmente dopo un pasto abbondante o se l’acqua è particolarmente fredda. La credenza tutta italiana è legata con probabilità alla tradizione mediterranea che prevede un pranzo più abbondante rispetto ad altri paesi, dove si mangia di più a colazione.
Analizzando i tempi medi di permanenza dei cibi nello stomaco: un succo di frutta ci mette al massimo venti minuti per passare all’intestino, la frutta impiega circa mezz’ora (20 minuti l’anguria, 40 le mele), la verdura cruda 30-40 minuti, quella cotta 45-50, le patate 60. La pasta e i carboidrati in generale vengono digeriti nel giro di un’ora, così come il latte scremato e i formaggi freschi, per i formaggi stagionati invece ne servono anche 4 o 5. Un pranzo a base di pesce si digerisce in un’ora e per una bistecca di manzo ne servono 3 o 4, infine per il maiale fino a 5. Insomma, soprattutto al sud, dove la tradizione del pranzo in famiglia composto da primo, secondo e frutta resiste anche all’afa irrespirabile delle temperature di agosto, la regola delle tre ore persiste.