Patologie cardiovascolari in aumento. Specialisti: screening anche dopo i 65 anni
Le patologie cardiovascolari oggi sono la prima causa di morte in Italia, in un quadro di costante invecchiamento del Paese. I numeri sono in aumento e si stima un raddoppio della prevalenza della Fibrillazione Atriale entro il 2050.
Patologie cardiovascolari causano circa 40% dei decessi
L’Italia è il secondo Paese più anziano del mondo. Un dato che incide sulle malattie cardiovascolari, responsabili di circa il 40% di tutti i decessi. Negli ultimi anni queste patologie hanno ripreso a correre dopo una fase di deflessione. “Stiamo assistendo a una nuova impennata delle patologie cardiovascolari, che è destinata ad accentuarsi nei prossimi anni”. Lo ha sottolineato il Prof. Francesco Vetta, Direttore UOC Cardiologia UTIC Ospedale di Avezzano e Professore di Cardiologia Unicamillus, nel corso del XVI Congresso Nazionale di Cardiogeriatria, appena concluso a Roma.
Fibrillazione atriale e scompenso cardiaco in aumento
“La prevalenza della Fibrillazione Atriale, ad esempio, era dell’1% all’inizio degli anni 2000 – ha continuato Vetta – attualmente è del 2% e si stima che possa raddoppiare entro il 2050. Le patologie cardiovascolari, pertanto, sono destinate a rimanere la principale causa di morte nel nostro Paese, visto anche il rapporto di causalità tra l’età e queste malattie, che si inserisce su una popolazione in continuo invecchiamento. Nelle persone con più di 70 anni, infatti, in oltre l’80% dei casi ci sono più di tre comorbidità. Lo scompenso cardiaco, ad esempio, è una patologia prettamente geriatrica e in Italia ne soffrono circa 600mila persone. La sua prevalenza è dieci volte maggiore nella popolazione over 80 rispetto alla classe di età 40-59 anni. Nel 98% dei casi è accompagnato da altre comorbidità. In base a questi dati si intuisce la necessità di intervenire in maniera sistematica con programmi di screening cardiovascolari nei soggetti con più di 65 anni, mentre invece ad oggi questi si fermano intorno ai 50 anni”.
Patologie cardiovascolari, Italia sempre più vecchia
Il nostro Paese è sempre più anziano. Oltre alle patologie cardiovascolari, aumenteranno anche i soggetti anziani colpiti. “Servono dunque percorsi di prevenzione con un approccio multifattoriale e una serie di programmi dinamici di screening gratuiti per i soggetti over 65 – ha spiegato il Prof. Vetta. “Queste iniziative devono essere strutturate in un percorso sanitario, che possa garantire la tutela della salute e parallelamente anche un risparmio economico per il SSN, che può essere garantito da una riduzione di comorbidità e disabilità. Si pensi infatti che in Italia le disabilità sono pari a circa 4 milioni, ossia l’8% delle persone sono disabili, mentre la prevalenza di cittadini affetti da invalidità cardiovascolare è pari al 4 per mille, con capacità di incidere sulla spesa farmaceutica per quasi il 25%. Abbiamo necessità di sviluppare una prevenzione della disabilità”.
Intelligenza artificiale consente prevenzione su misura
Con la digitalizzazione oggi il paziente può essere telemonitorato da remoto attraverso device impiantati e strumenti di telemedicina. “Possono inviare ai medici continue informazioni su frequenza cardiaca, pressione arteriosa, saturometria – ha spiegato il Prof. Vetta. “Lo specialista può valutare l’andamento della terapia e intervenire se necessario. Senza appesantire il carico ambulatoriale, si mantiene un contatto continuativo con i pazienti che evita situazioni di rischio. Inoltre, grazie alle valutazioni multiparametriche di defibrillatori e device o con l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale su esami come l’elettrocardiogramma sarà possibile capire quando si stiano sviluppando i sintomi di insufficienza cardiaca. Così, si previene il rischio di una riacutizzazione dello scompenso cardiaco con un anticipo di diverse settimane, una tempistica ampiamente sufficiente per intervenire con immediatezza sulla terapia. Nella nuova organizzazione dunque la tecnologia sarà fondamentale e favorirà l’applicazione di sistemi di precisione per una prevenzione su misura, dedicata a ogni singolo paziente”, ha concluso.