Morti improvvise: tra i 50 e i 70 mila casi in Italia come Astori
Non c’è solo il nome del giovane capitano Davide Astori. Le statistiche parlano chiaro: in Italia ci sono dai 50 ai 70 mila casi di morti ‘improvvise’. Decessi che sfuggono al controllo, come sembra sia successo al capitano della Fiorentina, ritrovato morto nella sua stanza nel ritiro di Udine, poco prima di pranzo. I cardiologi parlano di patologie che non possono essere controllate. Per questo può succedere anche agli sportivi, costantemente sotto osservazione.
Il dottor Valerio Sanguigni, cardiologo dell’universita’ Tor Vergata di Roma, ha detto all’Ansa, che vi sono delle patologie talmente rare e fuori controllo che non possono essere diagnosticate o curate: quando si verificano, spesso, è troppo tardi. Tra esempi di malattie incontrollabili, il cardiologo ne cita alcune, come “la displasia aritmogena del ventricolo, una cardiopatia congenita”; oppure “ci puo’ essere un’embolia polmonare, un vaso cerebrale rotto o una anomalia del ritmo cardiaco”.
Insomma, nessun controllo è mai sicuro al cento per cento. Anche quando si tratta di atleti olimpici, l’arresto cardiaco può essere causato da problemi congeniti.
Nel 2015, uno studio dell’Istituto di Medicina dello Sport del Coni ha indagato le patologie cardiache nascoste. Gli atleti di 31 discipline estive e 14 invernali sono stati sottoposti all’elettrocardiogramma sotto sforzo e a riposo ma anche all’ecocardiogramma. Su 171 soggetti sono state trovate anomalie cardiache, in 6 casi talmente gravi da determinare l’esclusione dalle competizioni.
“I controlli in Italia sono tra i migliori al mondo – ha detto Sanguigni – ma ci sono patologie che sfuggono, anche molto rare. Purtroppo le aritmie cardiache sono imprevedibili, non è vero che avvengono sempre dopo uno sforzo. Le percentuali sono basse, ma l’epidemiologia prevede una serie di malattie genetiche latenti e sconosciute che sfuggono anche ai controlli che fa uno sportivo professionista”.
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