Carenza di sangue in nove regioni. Cns e Iss: appello a donare
C’è carenza di sangue in alcune regioni italiane, con oltre 2600 unità di globuli rossi mancanti negli ospedali. Un’emergenza causata da più fattori, tra cui il picco influenzale e il maltempo di questi giorni. A dirlo sono i dati del Centro Nazionale Sangue (CNS), che ha inviato alle Strutture regionali per i coordinamento delle attività trasfusionali (SRC) l’invito a coordinarsi con le associazioni di donatori per far fronte all’emergenza.
La regione con le maggiori carenze è il Lazio ma situazioni critiche si registrano, secondo i dati aggiornati ad oggi, anche in Abruzzo, Toscana, Campania, Basilicata, Liguria, Umbria, Marche e Puglia. “Le cause della carenza sono multifattoriali – afferma Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Centro Nazionale Sangue –, ma sicuramente può aver inciso l’epidemia influenzale che, complice il calo delle vaccinazioni, ha già colpito molte più persone rispetto allo scorso anno, e si può ipotizzare che anche il maltempo stia tenendo a casa i donatori. La mobilitazione deve riguardare però, sotto il coordinamento e la programmazione, anche in urgenza, delle SRC e del CNS, tutte le regioni, non solo quelle che hanno carenze; l’autosufficienza per quanto riguarda il sangue, infatti, è sovraziendale e sovraregionale e in questi casi diventa vitale la compensazione coordinata tra regioni”.
La carenza di sangue, sottolineano le associazioni di donatori, “può mettere a rischio l’esecuzione di interventi chirurgici e di terapie per pazienti con malattie come la talassemia che necessitano di continue trasfusioni”. L’invito per tutti i donatori è contattare l’associazione di appartenenza o il Servizio Trasfusionale di riferimento per programmare una donazione. “Le Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue – sottolinea Aldo Ozino Caligaris, portavoce protempore del CIVIS (Coordinamento Interassociativo dei Volontari Italiani del Sangue) – devono intensificare la chiamata dei donatori periodici e associati sulla base di quanto concordato con le Strutture Regionali di Coordinamento attraverso una programmazione straordinaria per cercare di sopperire alle necessità contingenti. È inoltre fondamentale il coinvolgimento di nuovi volontari che possano garantire in maniera costante la disponibilità di emocomponenti, al fine di assicurare la necessaria terapia trasfusionale ai cittadini che ne hanno bisogno”.