Dispnea: che cos’è e quali sono le cause
La dispnea, difficoltà respiratoria che può essere temporanea o persistente, è un sintomo comune legato a molte cause. Spesso sottovalutata, soprattutto quando si sviluppa lentamente, questa condizione richiede attenzione e, in alcuni casi, l’intervento del medico. Il dottor Francesco Amati, pneumologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, sul portale del centro di ricerca, spiega come riconoscerla e affrontarla.
Che cos’è la dispnea
La dispnea è una sensazione soggettiva di respiro corto o difficile. Può insorgere gradualmente o all’improvviso, variando da persona a persona. Spesso si associa a fattori individuali come sovrappeso, sedentarietà e fumo. In alcuni casi è accompagnata da sintomi quali tosse, febbre, congestione nasale, dolore toracico, tachicardia o stanchezza. La combinazione di questi segnali può indicare la presenza di patologie specifiche.
I tipi di dispnea e le principali cause
La dispnea si divide in due categorie principali: da sforzo e a riposo.
La dispnea da sforzo è frequente nelle persone poco allenate. Può manifestarsi durante attività quotidiane come salire le scale o sollevare pesi. Un’attività fisica insufficiente indebolisce i muscoli respiratori, come il diaframma e quelli intercostali, causando una respirazione breve e superficiale anche durante sforzi minimi. È comune in patologie croniche che compromettono il polmone, il cuore o il sangue. Tra le cause principali figurano asma, BPCO, interstiziopatie polmonari, scompenso cardiaco, anemia e malattie neuromuscolari.
La dispnea acuta, invece, si presenta all’improvviso, spesso a riposo. Può insorgere in pochi secondi o minuti ed è spesso il segnale di condizioni gravi ma trattabili. Le cause più frequenti sono infarto, embolia polmonare, pneumotorace e polmonite.
Quando consultare il medico
Non bisogna trascurare la dispnea, soprattutto quando diventa persistente o regolare, sottolinea lo specialista. Può indicare patologie croniche di origine cardiaca (come aritmie, insufficienza o scompenso cardiaco), respiratoria (asma, BPCO, embolia polmonare, bronchite, polmonite, pneumotorace), meccanica (obesità, sollevamento del diaframma, fratture costali), ematica (anemia) o neurologica.
La dispnea improvvisa richiede assistenza immediata, soprattutto se peggiora, persiste o provoca un’accelerazione respiratoria superiore a 25-30 atti al minuto. Segnali d’allarme includono la necessità di sedersi per respirare o la presenza di patologie cardiache o polmonari preesistenti.
Gli esami per diagnosticare la dispnea
La diagnosi parte da una visita specialistica. Lo pneumologo raccoglie informazioni sulla storia clinica del paziente, valuta i fattori di rischio e analizza i sintomi (anamnesi). Durante l’esame obiettivo misura i parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza cardiaca e respiratoria, saturazione di ossigeno) e ascolta il torace.
Per individuare la causa della dispnea, possono essere prescritti esami specifici:
• Spirometria e pletismografia per rilevare alterazioni polmonari come asma, interstiziopatie o BPCO.
• Diffusione alveolo-capillare per indagare la capacità di scambio gassoso del polmone.
• Test del cammino per valutare l’ossigenazione del sangue sotto sforzo.
• Emocromo per individuare eventuali anemie.
• Radiografia del torace per rilevare anomalie come addensamenti polmonari, versamenti pleurici o alterazioni vascolari. In alcuni casi, una TC del torace può fornire ulteriori dettagli.
• Elettrocardiogramma ed ecocardiogramma per escludere patologie cardiovascolari.
• Test da sforzo cardiopolmonare, riservato ai casi in cui gli esami precedenti non abbiano chiarito le cause della dispnea.
Un sintomo da non sottovalutare
La dispnea è un segnale che può indicare problematiche diverse. Per questo è fondamentale non ignorare i segnali che il corpo manda e affidarsi a uno specialista quando il respiro corto diventa una difficoltà ricorrente o improvvisa.