Depressione, il male del secolo. Oms: “In 10 anni aumentata quasi del 20%”.
Si chiama “depressione”: una parola che a molti fa paura. C’è chi la chiama mal di vivere o male oscuro, ma a parte le definizioni, è sicuramente il male del secolo: in un solo decennio la sua incidenza è aumentata del 18,4%. L’ Oms ha appena lanciato una campagna: “parliamo di depressione” e il 7 aprile prossimo (giornata mondiale della salute) sarà incentrato su questa patologia. In tutto il mondo, infatti, ne soffrono 322 milioni di persone, l’incidenza varia a seconda del sesso, dell’età e della classe soociale. Colpisce quasi 5 persone su 100 (4,4%) e contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è un male che non conosce confini. Colpisce ovunqe anche se in prevalenza in quelle fasce di popolazione a reddito basso o medio basso.
Quasi la metà di questi vivono nell’ Asia Sud-Orientale e in Occidente. I dati diffusi dall’Oms si riferiscono ad un’analisi effettuata nel 2015. Lo studio ha esaminato anche come l’incidenza della depressione cambi a seconda del genere: le donne sono più depresse degli uomini, 5,1% contro 3,6.
Questi tassi variano anche a seconda dell’età, con un picco tra gli anziani e gli adulti: tra le donne con un’età compresa tra 55 e i 74 anni le cifre superano il 7,5%, per gli uomini si arriva al di sopra del 5,5%. La depressione può colpire anche i bambini e gli adolescenti di età inferiore ai 15 anni, ma con un’incidenza più bassa rispetto agli adulti.
Numeri che preoccupano, tanto che l’Oms sta affrontando la questione attraverso una nuova campagna di sensibilizzazione: “parliamo di depressione”. Il titolo vuole spingere chi soffre di depressione a parlarne, perché il dialogo è il primo passo verso la guarigione.
La depressione è considerata tra le principali patologie che causano disabilità e non solo. Secondo le ultime ricerche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2015, 788 mila persone si sono suicidate. Vanno poi aggiunti i casi di tutti coloro che hanno tentato il suicidio, ma sono rimasti in vita. Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anni.
Dove il reddito è più basso, o al massimo medio, si concentrano circa il 78% del totale dei casi registrati. Più in generale il suicidio si piazza tra le prime 20 cause di morte nel mondo.
Poi ci sono i disturbi d’ansia o più comuni. A livello globale, si stima che il 3,6% della popolazione soffra di disturbi d’ansia. Come la depressione anche questi sono più diffusi tra le donne rispetto ai maschi, 4,6% contro 2,6%. Inoltre tra gli anziani l’incidenza appare più bassa. In tutto il mondo, soffrono di disturbi d’ansia 264 milioni di persone, con un aumento, in 10 anni, dal 2005 al 2015, del 14,9%.
Ecco perché quest’anno, i riflettori della giornata mondiale della Salute, prevista per il 7 aprile, saranno puntati sulla depressione.