Bevere (Agenas): cultura della legalità e trasparenza per isolare “mele marce”
Ministero della Salute, ANAC e AGENAS nell’ultimo triennio hanno messo in piedi un sistema di prevenzione dei fenomeni di corruzione nell’ambito sanitario. Tuttavia, la cronaca recente continua a raccontare di una diffusa illegalità. «Innanzitutto i fenomeni di malaffare dimostrano che c’era bisogno di dotare il sistema sanitario di indicazioni chiare, mirate, studiate su misura in considerazione della specificità e della complessità organizzativa e relazionale delle strutture sanitarie». Francesco Bevere, Direttore generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in un’intervista resa pubblica dal sito di Agenas, fa un quadro delle iniziative messe in campo per prevenire i fenomeni di corruzione nell’ambito sanitario, presentando i dati degli Enti sanitari che hanno avviato e/o compilato la Dichiarazione pubblica di interessi. «Certo le regole previste nell’aggiornamento al Piano Nazionale Anticorruzione (PNA)» che indicano misure, strumenti e forme di controllo chiare e specifiche rivolte alle strutture sanitarie «da sole – continua – non possono incidere sulla coscienza individuale, sul personale senso etico dell’utilizzo di risorse pubbliche, ma servono a promuovere negli ambienti “a rischio di condizionamenti” la cultura della legalità, della trasparenza, che restano le vere armi per isolare le “mele marce” Ecco perché ci attendiamo che le realtà sanitarie s’impegnino finalmente a recepire, oserei dire a fare proprie, le indicazioni contenute nell’aggiornamento al PNA e, anzi, ad individuare ulteriori misure legate alla specificità del contesto di riferimento».
Riguardo agli strumenti di cui dispone AGENAS per la misurazione del recepimento delle indicazioni contenute nel PNA: «una delle misure più innovative introdotte dal PNA è la Dichiarazione pubblica di interessi per i professionisti sanitari per la prevenzione e la gestione del conflitto di interessi. L’Agenzia ha attivato un sistema informatico sul proprio sito per la compilazione online della Dichiarazione di fatto realizzando una vera e propria banca dati utile a individuare il grado di aderenza alla misura da parte delle Aziende sanitarie e dei singoli professionisti. Inoltre, tale banca dati rappresenta una fonte formidabile di informazioni che possono consentire di individuare la presenza di comportamenti a rischio, da tenere sotto osservazione, laddove, ad esempio, sussistano legami diretti o indiretti con aziende farmaceutiche o produttrici di dispositivi medici o di altre tecnologie. Non è un caso che tutte le recenti vicende di corruzione abbiano avuto origine proprio dalla violazione delle norme sulla trasparenza e sul conflitto d’interessi e che le aziende coinvolte, dall’Ospedale Gaetano Pini di Milano all’A.O.U di Parma, passando per la Fondazione Pascale non abbiano aderito a questa modulistica. Ma i numeri per fortuna dimostrano che nel panorama nazionale molti hanno compreso l’efficacia preventiva di questo strumento».
Sul numero di enti sanitari che si sono registrati: «in un anno, da marzo 2016 ad oggi, sono stati circa 13.000 i professionisti del Servizio sanitario nazionale (SSN) abilitati alla compilazione e circa 150 gli enti sanitari che hanno avviato e/o compilato la Dichiarazione pubblica di interessi.
«Sono cifre significative – continua il presidente – destinate a crescere, considerando che alla luce dell’aggiornamento 2016 al Piano Nazionale Anticorruzione, si tratta ormai di una misura entrata a pieno regime. Con un maggiore coinvolgimento dell’organizzazione sanitaria da parte del management aziendale a supporto del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), anche attraverso le attività di verifica che a breve saranno condotte sugli enti del SSN, possiamo sperare in un accrescimento dell’etica della responsabilità individuale e quindi dell’intero sistema». In tema della trasparenza, «l’Agenzia sta lavorando ad un set di indicatori di trasparenza finalizzato a creare un vero e proprio sistema di alert diretto, tra l’altro, a valutare l’efficacia delle misure del Piano Nazionale Anticorruzione sulla prevenzione e riduzione dei rischi all’origine dei fenomeni di illegalità. Il lavoro è continuo e, dopo la costruzione dell’impianto di regole, stiamo mettendo in atto tutte le sinergie possibili per verificarne il rispetto e per alimentare in un “circuito continuo” la condivisione di strumenti per l’affinamento sia degli interventi di rafforzamento della trasparenza e di contrasto ai fenomeni corruttivi che delle misure di controllo e monitoraggio».