Infezioni e antibiotico-resistenza, nuove minacce
Le infezioni tropicali sono tra le nuove sfide da affrontare, insieme all’antibiotico-resistenza che sarà anche al centro del prossimo G7 Salute, a ottobre ad Ancona. L’Italia porterà l’attenzione sulle strategie in termini di ricerca, investimenti e sistemi di controllo. Il rischio di infezioni prima assenti alle nostre latitudini è spinto dal riscaldamento globale e lo spostamento delle popolazioni.
Infezioni tropicali e antibiotico-resistenza
Infezioni tropicali e antibiotico-resistenza sono alcune minacce da fronteggiare come conseguenza della globalizzazione. Se ne è parlato in un incontro al Ministero della Salute nell’ambito del progetto “La Sanità che vorrei…”, promosso dalla Simit – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in collaborazione con altre società scientifiche (in questa occasione AMCLI, SIMA, SIMM, SIMeVeP, ISAC-CNR), associazioni di pazienti, rappresentanze della società civile e delle imprese (Assobiotec, Farmindustria, CARB-X), decisori politici, istituzioni.
Nuove infezioni tropicali: Dengue, Zika, West Nile, Chikungunya
“Il cambiamento climatico cui assistiamo è ormai irreversibile. Da anni ci troviamo di fronte a una serie di infezioni tropicali che saranno sempre più presenti alle nostre latitudini, a causa dei frequenti spostamenti di popolazione e del riscaldamento globale – ha sottolineato il Prof. Mastroianni, Past President SIMIT –. Possiamo ipotizzare con ragionevolezza che i casi di Dengue, Zika, West Nile, Chikungunya già diffusi in passato si presentino nuovamente, soprattutto nella stagione estiva, con sempre maggiore frequenza. Servono pertanto sistemi di sorveglianza attivi sulla circolazione dei microrganismi, diagnosi precoci, oltre che una prevenzione vaccinale.
Nel 2050 14,5 milioni di morti in più per il cambiamento climatico
Sandro Fuzzi, Membro Comitato ONU per i cambiamenti climatici e associato di ricerca del CNR ISAC (Istituto Scienza Atmosfera e Clima), di Bologna, ha rilevato che le stime attuali ci portano per il 2050 a identificare a causa del cambiamento climatico 14,5 milioni di morti addizionali, con un danno economico stimato in 12mila 500 miliardi di dollari. Inoltre, mezzo miliardo di persone saranno esposte a patologie provocate da vettori (dati del World Economic Forum, Quantifying the Impact of Climate Change on Human Health, January 2024.).
Il Prof. Prisco Piscitelli, Vicepresidente SIMA – Società Italiana Medicina Ambientale, ha ricordato che nel 2023, dalla primavera all’autunno scorsi, in Italia vi sono stati 350 casi di West Nile, distribuiti in quasi tutte le regioni. Le isole di calore urbano e le piantumazioni utili ad assorbire il “climate change” sono solo alcune delle contromisure attuate. Numeri che fanno eco alle cifre segnalate dall’ISS, che ha contato 197 casi di infezione da virus Dengue dall’inizio dell’anno al 13 maggio 2024.
Antibiotico-resistenza al centro del prossimo g7 salute
L’Italia resta il primo Paese europeo per numero di infezioni e di morti, con più di 10 mila decessi l’anno stimabili come causati da microrganismi resistenti agli antibiotici. Come indicato dall’OMS, nel 2050 l’antibiotico-resistenza potrebbe diventare la prima causa di morte a livello globale, con 10 milioni di decessi. “L’antibiotico-resistenza già uccide più di un milione di persone nel mondo – ha spiegato Damiano De Felice di CARB-X, realtà internazionale no profit impegnata nello sviluppo di nuovi antibiotici, vaccini e strumenti diagnostici sulla base di un partenariato pubblico-privato. “La resistenza dei batteri agli antibiotici è un fenomeno naturale, ma stiamo perdendo la capacità di innovare e non stiamo investendo nella manutenzione continua dell’armamentario antibatterico, che invece è necessaria”.
Dal dibattito è emersa la necessità di incentivare investimenti in ricerca, interazione tra pubblico e privato, misure di infection control per le infezioni ospedaliere e la consapevolezza della cittadinanza. Come ha rilevato in conclusione il Prof. Mauro Cozzoli, Professore Emerito di Teologia Morale, Pontificia Università Lateranense, servirà un’attenzione etica e responsabile, che interpelli le nostre coscienze: la posta in gioco è grande e servirà una “solidarietà cosmica” come anima dell’approccio One Health.