Parkinson: se la malattia nasce dall’intestino
Il Parkinson è una malattia misteriosa. Si tratta del secondo più diffuso disturbo neurodegenerativo legato all’età (dopo l’Alzheimer) che colpisce il 3 per cento delle persone sopra i 65 anni e il 5 per cento dopo gli 85 anni. Quando parte dal cervello, viene colpito un emisfero e i tremori si manifestano solo su un lato. Negli altri casi, invece, la malattia potrebbe nascere dall’intestino. Proprio per la sua variabilità di sintomi, la patologia risulta difficile da individuare anche per il medico. Esistono diversi modelli per dare ordine a tanti dolori o disabilità, ma mettere a confronto due malati non è un’operazione semplice. Il Parkinson può presentarsi con tremori e lentezza di movimenti in un solo lato del corpo. Succede, all’inizio, in 3 malati su 4. Poi: alcuni pazienti sviluppano costipazione, perdita dell’odorato, disturbi del sonno e altri sintomi parecchi anni prima della diagnosi di Parkinson. Altri no. Ma da cosa dipende?
Secondo le ricerche la malattia potrebbe nascere dalla proteina alfa-sinucleina che si diffonde tra i neuroni. Alla base di questa ipotesi che spiegherebbe l’asimmetria del Parkinson ci sono studi di imaging, lavori condotti su modelli animali e analisi dei tessuti cerebrali post mortem. Sul Journal of Parkinson’s Disease, Per Borghammer (direttore del Dipartimento di Medicina nucleare & Pet all’Università danese di Aarhus) ha presentato un modello unificante di tante variazioni tra i pazienti, col nome di alfa-sinucleina Origin and Connectome (Soc). Il connettoma indica una mappa di tutte le connessioni neurali del cervello. Il modello Soc si basa sul luogo o l’origine dei primi aggregati di alfa-sinucleina e sul ruolo del connectoma nel trasmettere la malattia provocata dall’accumulo dell’alfa-sinucleina alle altre parti del sistema nervoso. In altre parole, il grande distributore della malattia su tutto l’organismo sarebbe proprio il connectoma.
Parkinson: nasce dal corpo o dal cervello?
Se l’origine della malattia è intestinale, i primi sintomi sono disturbi enterici, stipsi, problemi col sonno. Se origina dalla testa, invece, emerge prima con disturbi motori, tremori e lentezza dei movimenti, in base a quale dei due emisferi è stato colpito. Come spiega Borghammer: le due parti del cervello «hanno soltanto l’1 per cento delle loro connessioni rivolte all’altra metà», quindi la «contaminazione» di tutto il cervello è lenta, all’inizio si hanno sintomi motori sballati nella parte destra del corpo se è colpito l’emisfero sinistro e viceversa. Con l’avanzare della malattia, i sintomi diventano simmetrici, perché si allargano anche all’altra area cerebrale. Quando il paziente si presenta da subito con una malattia bilaterale, quindi in modo simmetrico sin dall’inizio, vuol dire che l’origine del Parkinson è intestinale. In questo caso, il Parkinson più facilmente causa declino cognitivo. Al contrario di quanto si possa pensare questo non accade con la malattia «brain-first», cioè se il cervello è colpito per primo.