La medicina narrativa e l’umanizzazione delle cure
Il progresso della medicina rende sempre più efficaci le terapie ma sta inesorabilmente modificando il rapporto tra medici, operatori sanitari e paziente. Oggi si tende a fotografare ogni caso attraverso analisi, dati e parametri e l’ammalato è una figura sempre più astratta, che ha sempre meno possibilità di “parlare” e farsi “ascoltare”. Per parlare di come arginare questa deriva aggravata dalla mancanza di comunicazione tra operatori sanitari e pazienti, venerdì 10 novembre a Napoli ci sarà il primo Workshop dal titolo «L’Ematologia, l’Oncologia e la Medicina del Dolore tra umanizzazione delle cure e Precision Medicine». Si inizia alle 11 nella Sala Convegni della Croce Rossa Italiana con l’obiettivo di trasmettere a medici, infermieri, pazienti e caregivers il concetto di una medicina che rimetta “al centro” il paziente in quanto persona da ascoltare, perché attraverso le sue storie può dare un grande aiuto ai sanitari che devono curarlo. Si punta, insomma, al miglioramento della comunicazione tra tutte le figure che oltre al medico sono coinvolte nel processo di cura: dagli infermieri, che rivestono un ruolo cardine come punto di collegamento tra il paziente, il medico, il reparto e l’intero sistema di riferimento a tutti gli attori del sistema salute, compresi i “caregivers” che ruotano intorno all’ammalato.
Psicologia
Tra le metodiche volte a migliorare la comunicazione in campo medico spesso sono utilizzate anche la programmazione neurolinguistica o pnl e la mindfulness, che è una particolare tecnica psicologica di meditazione. Ma in occasione dell’incontro napoletano particolare attenzione sarà riservata alla Medicina Narrativa: «Con questo termine – spiega Beniamino Casale – intendiamo una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione infatti permette di acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista, migliorando la partecipazione del paziente. Inoltre la Medicina Narrativa si integra con l’Evidence-Based Medicine (EBM) perché personalizza il percorso di cura rimanendo in linea con le indicazioni di quest’ultima: ma la pluralità delle prospettive rende le decisioni più complete e appropriate. Le Medical Humanities, con il loro approccio multidisciplinare intendono fornire alla medicina e a tutti i soggetti coinvolti gli strumenti necessari per comprendere le malattie e la salute in un contesto sociale e culturale più esteso, al fine di favorire una maggiore comprensione empatica di sé, dell’altro e del processo terapeutico».
Risultati concreti
Ma per ottenere risultati soddisfacenti non basta un singolo incontro. Per raggiungere questi obiettivi occorre sviluppare una competenza relazionale che oggi ancora non rientra nella preparazione accademica dei medici e degli operatori sanitari ma è affidata alle sole capacità personali. Questo convegno vuole rappresentare un primo approccio per favorire una integrazione tra Medicina Narrativa e Precision Medicine, al fine di realizzare una autentica medicina centrata sul paziente. Il workshop sarà articolato in due sessioni, quella del mattino sarà incentrata sulla parte scientifica mentre la sessione pomeridiana riguarderà la comunicazione. L’introduzione ai lavori sarà a cura di Beniamino Casale, responsabile scientifico convegno, che spiegherà gli obiettivi del corso. Nella prima sessione i saluti iniziali saranno di Marcello Gentile, Primario Urologia Casa di Cura Santa Rita di Avellino; Paolo Monorchio, presidente Croce Rossa Italiana comitato Napoli e provincia; Alfonso Papa, direttore U.O.S.D. Terapia antalgica A.O. Dei Colli. La sessione pomeridiana sarà introdotta dai saluti di Antonio Corcione, Responsabile Regionale Trapianti e Direttore Dipartimento Area Critica A.O. dei Colli; Giacomo Cartenì, Direttore U.O.C. Oncologia Medica A.O.R.N. A. Cardarelli; Giorgio Iaconetta, Direttore Cattedra e Clinica Neurochirurgica A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona; Francovito Piantedosi, Direttore U.O.S.D. DH pneumologico A.O. dei Colli.
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