Disturbi alimentari: a rischio anche gli anziani
Le persone anziane sempre più spesso vivono con difficoltà il loro rapporto con l’alimentazione. A sottolineare la questione, spesso poco conosciuta o sottovalutata, è HappyAgeing, l’Alleanza Italiana per l’invecchiamento attivo in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. “Numerose evidenze scientifiche e sociologiche – ha dichiarato Michele Conversano, presidente di HappyAgeing – conducono ad affermare che, nel nostro Paese, gli anziani non sono affetti da scarsa nutrizione, ma soffrono sempre più soprattutto di cattiva nutrizione, per carenze di nutrienti essenziali, per il consumo di prodotti ricchi di conservanti, sali e grassi occulti e questo anche e soprattutto per difficoltà economiche.”
La solitudine, i problemi dentari, la scarsa disponibilità economica, la perdita dell’appetito sono tra i fattori che condizionano le abitudini alimentari dell’anziano, ostacolando uno stile di vita sano che possa garantire l’invecchiamento in salute. Non solo: anche l’isolamento e l’apatia spingono gli anziani a perdere interesse per il cibo, sia nella preparazione che nella scelta delle pietanze. Un fenomeno più accentuato negli uomini che spesso per pigrizia tendono a privilegiare scatolette e cibi pronti. L’isolamento sociale può spingere alcuni anziani a trovare rifugio nelle abbuffate tipiche dei soggetti bulimici.
Disturbi alimentari
A essere colpiti da anoressia e bulimia non sono solo i giovani, ma sempre più anche gli over 65. Un trend poco conosciuto e riconosciuto, ma diffuso specialmente nelle grandi città. “Gli anziani sono soggetti particolarmente deboli e gli eventi traumatici, come la perdita di una familiare o la scarsezza di condizioni economiche o la perdita di fiducia nel futuro sono eventualità che possono condizionare in maniera diretta lo stile alimentare – ha aggiunto Conversano – La perdita di motivazione nel cibo e nella cucina porta spesso a non variare adeguatamente la dieta, provocando carenze nutrizionali particolarmente pericolose in presenza di patologie pregresse. Soprattutto in queste situazioni la magrezza eccessiva può essere imputata facilmente ad altri disturbi e non riconosciuta come sintomo di un disturbo alimentare da tenere sotto stretto controllo medico.”