HIIT, cos’è l’allenamento ad alta intensità
Negli ultimi anni il HIIT, High-Intensity Interval Training, è diventato uno degli allenamenti più amati e discussi. Il motivo è semplice: permette di ottenere in poco tempo benefici paragonabili – e in alcuni casi superiori – a quelli di lunghe sessioni di attività aerobica tradizionale. La formula è nota: alternare fasi di sforzo molto intenso a momenti di recupero attivo, senza mai fermarsi del tutto. Ma le ricerche più recenti hanno dimostrato che dietro questi intervalli non si nasconde solo un modo per “bruciare grassi”, bensì un vero e proprio stimolo globale per corpo e mente.
Un metabolismo che lavora anche dopo l’allenamento
Il fascino dell’HIIT è legato soprattutto al cosiddetto effetto afterburn. Studi condotti al Baylor College of Medicine e confermati da nuove ricerche pubblicate nel 2025 mostrano che, dopo una sessione di allenamento ad alta intensità, l’organismo continua a consumare energia anche nelle ore successive. In altre parole, mentre si riposa sul divano, il corpo continua a bruciare calorie a un ritmo superiore rispetto a chi si è limitato a un’attività moderata e costante. È un vantaggio che spiega perché sessioni della durata di appena 15-20 minuti possano rivelarsi tanto efficaci.
Benefici che vanno oltre la forma fisica
Se inizialmente l’HIIT è stato proposto soprattutto come strumento per perdere peso e prepararsi alla prova costume, oggi le evidenze scientifiche raccontano molto di più. L’allenamento ad alta intensità:
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migliora la salute cardiovascolare, aumentando la capacità polmonare e riducendo la pressione arteriosa;
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aiuta a controllare i livelli di zuccheri nel sangue, rivelandosi utile nella prevenzione del diabete di tipo 2;
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stimola la produzione di molecole che hanno effetti positivi sull’umore e le funzioni cognitive.
Un recente studio pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience ha messo in luce come anche poche settimane di HIIT possano tradursi in miglioramenti dell’attenzione e della memoria di lavoro, persino nei bambini.
Le nuove frontiere: HIIT “smart” e camminata a intervalli
Il 2025 segna anche l’arrivo di nuove varianti. Oltre al classico HIIT in palestra o a corpo libero, si diffondono protocolli innovativi come il REHIT (Reduced-Exertion HIIT), reso popolare da biciclette intelligenti che guidano l’utente con intelligenza artificiale. Bastano due sprint massimali da 20 secondi, intervallati da pedalate leggere, per ottenere benefici paragonabili a una corsa di 45 minuti. Un approccio perfetto per chi non ha tempo o cerca un allenamento personalizzato.
Al polo opposto, pensato per chi preferisce attività a basso impatto, arriva dal Giappone l’Interval Walking: tre minuti di camminata veloce alternati a tre minuti lenti, per un totale di mezz’ora. Questa semplice routine ha dimostrato di migliorare la capacità aerobica e di abbassare la pressione arteriosa anche in soggetti con diabete o patologie croniche, dimostrando che l’HIIT non è riservato solo agli atleti.
Un allenamento per tutti?
Nonostante i vantaggi, l’HIIT non è adatto a chiunque. Richiede di spingersi vicino al limite e, se praticato senza criterio, può comportare un rischio maggiore di infortuni. Gli esperti consigliano di iniziare gradualmente, affidandosi a programmi progressivi e – soprattutto per chi ha problemi di salute – a un parere medico. La regola d’oro rimane quella di ascoltare il proprio corpo: la sfida è allenarsi intensamente, non superare i propri limiti.
Dall’HIIT tradizionale al REHIT tecnologico, fino alla camminata intervallata giapponese, l’allenamento ad alta intensità si conferma nel 2025 una delle pratiche più versatili e promettenti. Non si tratta più soltanto di dimagrire o tonificare, ma di un vero investimento sul benessere a lungo termine, che coinvolge cuore, metabolismo e cervello. Con una costanza sostenibile e un approccio consapevole, l’HIIT può trasformarsi da semplice tendenza fitness a uno strumento concreto di salute quotidiana.
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