Bruxismo nei bambini, cosa c’è da sapere
Molti genitori non sanno come affrontare il problema del bruxismo notturno, vale a dire il digrignare i denti da parte dei bambini durante la notte. Per spiegare cos’è il bruxismo notturno nei più piccoli e come bisogna affrontarlo abbiamo deciso di far riferimento ad una delle realtà d’eccellenza del panorama sanitario nazionale: il Bambino Gesù di Roma. In particolare, illuminante è un piccolo vademecum prodotto dall’Unità Operativa di Pediatria Generale, nel quale si spiega prima di tutto che in tenera età questo disturbo è piuttosto frequente. Basti pensare che interessa circa tre bambini su dieci e presenta un’incidenza maggiore prima dell’età scolare.
Microrisvegli
Benché non si possa identificare una sola causa scatenante, il bruxismo notturno è da inserire nei disturbi del tutto involontario. È collegato a quello che gli specialisti identificano come “micro-risvegli”, che altro non sono se non brevissime e improvvise interruzioni del sonno. Questo significa che ogni fattore di disturbo, capace di generare micro-risvegli, può contribuire a scatenare il disturbo. La buona notizia è che nella maggior parte dei casi scompare spontaneamente con la crescita al completamento della dentizione permanente.
Molari
Altra evidenza è che in alcune situazioni il bruxismo notturno nei bambini può essere legato alla comparsa dei primi denti permanenti. In particolare, con la fuoriuscita dei primi e secondi molari permanenti il bruxismo aumenta in maniera sensibile. Esiste poi un fattore “psicologico”, ad esempio eventi che scatenano ansia, come la nascita di un fratellino e il conseguente sentirsi in secondo piano.
Nessun problema
A differenza di quanto si potrebbe essere portati a credere, nella maggior parte dei casi il bruxismo notturno nel bambino non presenta alcuna conseguenza. La cosa importante è far seguire il bambino dal pediatra di riferimento, che è lo specialista adatto ad inquadrare la presenza di bruxismo e a valutare la necessità di ulteriori approfondimenti. Anche se, va detto, è molto raro che possa esserci indicazione all’utilizzo del bite in età pediatrica per il bruxismo. Solo in alcuni casi, molto rari, e in presenza di importanti complicanze (importanti segni di usura su elementi permanenti, dolore muscolare o articolare) l’odontoiatra potrebbe ritenere necessario, compatibilmente con la collaboratività del piccolo, l’utilizzo di dispositivi intraorali.