Tumore alla prostata, come ridurre rischi d’incontinenza e disfunzione erettile: 3 domande all’esperto
In Italia il tumore alla prostata nel 2023 ha colpito 41.100 uomini, segnando un aumento di nuovi casi l’anno nell’ultimo triennio del 14%. Nel 2020 erano infatti “solo” 36mila. Tuttavia, più del 60% dei pazienti riesce a guarire definitivamente dal carcinoma. Un dato importante che evidenzia come l’innovazione sia riuscita a garantire cure efficaci per tutti i malati, anche quelli interessati dalle forme più gravi del tumore.
Il carcinoma prostatico localizzato oggi prevede diverse opzioni di trattamento radicale. Al Congresso ESMO (Società Europea di Oncologia medica) è stato presentato il primo studio che ha confrontato la radioterapia con la prostatectomia fornendo nuove evidenze scientifiche, rispetto al rischio di incontinenza urinaria e disfunzione erettile.
Tumore alla prostata, come cambierà l’approccio del medico
Stefano Arcangeli, Direttore UOC Radioterapia Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori (MB), Presidente Eletto dell’Associazione Italiana di Radiobiologia (AIRB), ha spiegato che “a differenza degli studi precedenti, lo studio PACE-A ha esaminato opzioni di trattamento più contemporanee, utilizzando – per quanto riguarda la radioterapia, quella definita stereotassica (SBRT) e la prostatectomia robotica per la chirurgia. I risultati dello studio dimostrano, con il più alto livello di evidenza possibile, che la SBRT riduce significativamente il rischio di incontinenza urinaria e di disfunzione erettile rispetto alla prostatectomia, a fronte di un modesto aumento dei disturbi intestinali”.
“Per molti uomini, l’ansia legata a effetti collaterali come l’incontinenza urinaria e la perdita di funzione sessuale incide profondamente sulla scelta del trattamento. I dati raccolti dallo studio PACE-A forniscono stime aggiornate e affidabili su questi aspetti, migliorando la capacità dei medici di spiegare i possibili rischi e benefici. In questo modo, sarà possibile prendere decisioni più informate, ridurre l’incertezza e garantire un approccio personalizzato che possa massimizzare la qualità di vita dei pazienti, basato su informazioni cliniche precise e contemporanee”
“Lo studio PACE-A – ha proseguito – fornisce dati fondamentali per comprendere meglio gli effetti collaterali delle due principali opzioni di trattamento per il carcinoma prostatico. Valutare con attenzione questi effetti è essenziale per permettere ai medici di offrire terapie personalizzate, che rispecchino le priorità e le aspettative di ogni paziente in termini di qualità di vita. Il confronto tra la radioterapia SBRT e la prostatectomia robotica aiuta a guidare il processo decisionale, offrendo una base scientifica solida per scegliere il trattamento più adatto”.