Covid, Sebastiani (Cnr), servirà un altro stop
Nonostante l’Italia sia riuscita a frenare la risalita della curva epidemica da Covid, oggi l’Rt è sotto il valore soglia di 1, i dati di questi giorni mostrano «che siamo in frenata». Questo significa che presto la curva del contagio potrebbe tornare a salire. L’analisi su ciò che potrebbe attenderci è del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac), ed è un’analisi che porta ad una comoda verità: tra non molto potremmo aver bisogno di altre due settimane di zona rossa nazionale. Sebastiani dice infatti che «sarebbe necessario a breve prevedere un altro periodo di 10-14 giorni di “freddata rossa” per abbassare l’incidenza. Un’azione simile – spiega il matematico – a quella messa in campo per il periodo delle vacanze di Natale, questo almeno in alcune regioni». Anche se ogni stop a causa del Covid ha un costo molto elevato in termini socio-economici, quello che è bene evidenziare è che procrastinarlo porta solo a maggiori danni e a soste più lunghe.
OPERAZIONE VERITA’
Un dato che il matematico mette in evidenza è quello della disomogeneità dei dati forniti dalle regioni, che molto spesso non differenziano tra positivi per Covid al tampone antigienico e a quello molecolare. Sono solo 10, infatti, ad oggi, sottolinea Sebastiani, le Regioni e Province Autonome che di fatto riportano i valori dei positivi separatamente per i due tipi di test. «È auspicabile che tutte trasmettano i dati in questo modo. Questo rende impossibile al momento il confronto tra tutte le singole regioni-province autonome perchè hanno valori molto diversi della percentuale dei test molecolari da cui dipende il valore della percentuale cumulata fornita dai media». Intervenire oggi con un nuovo stop significherebbe riavvicinarsi al controllo con il tracciamento. In particolare, analizzando la curva media della percentuale dei positivi sui test molecolari per le dieci Regioni-Province autonome che riportano i valori dei positivi separatamente per i due tipi di test, Bolzano, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Trento, spiega Sebastiani «notiamo da tre-cinque giorni segni iniziali di frenata della discesa dal picco di dicembre-gennaio. Lo stesso succede per la maggiore parte delle loro curve analizzate separatamente, come ad esempio per la regione che ha un sesto circa della popolazione italiana, la Lombardia». Ciò potrebbe essere dovuto ai primi effetti del rilascio delle misure di contenimento di Natale-Epifania avvenuto il 7 gennaio, attesi dopo 10-14 giorni.