Vaccini e allarme malaria, sono questi due temi a tener banco nei primi giorni di un settembre che si prospetta estremamente stressante per migliaia di famiglie. E se le difficoltà sono un po’ ovunque, anche in regioni normalmente considerate virtuose, è anche vero che in Campania i cittadini sono costretti a fare i conti con servizi depotenziati e, spesso, anche con gravi ritardi degli uffici competenti.
L’input regionale
Forse proprio per mettere ordine in una potenziale situazione di caos, Vincenzo De Luca ha dato nei giorni scorsi disposizioni a tutti i direttori generali delle Asl di verificare la funzionalità dei 18 centri deputati ai vaccini. «Occorre – dice il governatore – garantire i servizi attivati, a cominciare da quello telefonico, e che il personale impegnato abbia la conoscenza e la capacità relazionale per rispondere ai cittadini, e per farlo sempre con il dovuto garbo e la dovuta chiarezza. Anche in questo, tutte le Asl sono chiamate a fare un salto di qualità». Immediata la risposta delle Aziende sanitarie locali, che stanno mettendo in campo il massimo dell’impegno. Tutti i centri vaccinali dell’Asl Napoli 2 Nord, ad esempio, stanno funzionando a pieno regime in questi giorni, assicurando ai cittadini dei 13 Comuni afferenti i servizi di vaccinazione, prenotazione delle vaccinazioni e rilascio delle certificazioni. Basti pensare che negli ultimi 5 giorni sono state circa 4mila le nuove vaccinazioni effettuate. Tantissime anche le richieste di informazioni e di rilascio delle certificazioni.
La psicosi
Tutt’altra questione riguarda invece la psicosi che si sta creando attorno ad alcuni casi di malaria che si sono registrati, non solo in Campania. Maria Triassi, direttore del Dipartimento di Sanita’ pubblica della Federico II spiega che «non siamo di fronte ad allarmi o a emergenze: i due casi registrati di malaria, a Napoli, sono fisiologici. SI è creato un allarme nell’opinione pubblica per quanto accaduto alla bambina che ha contratto il virus ed è morta, ma casi sospetti e confermati di malaria ne abbiamo tanti». Questo accade perchè «ci sono bambini che provengono da realta’ in cui questa malattia è all’ordine del giorno. Occorre evitare una psicosi perché non ce n’è motivo e non ci sono qui zanzare portatrici di quel virus. E’ abbastanza anomalo quanto accaduto – ha spiegato in riferimento alla bimba deceduta a Trento. E’ tutto da verificare, è un caso di studio, ma non è la norma». Il consiglio, quando ci si reca in Paesi dove si può contrarre la malattia, è «seguire la profilassi sia prima sia dopo, secondo un protocollo molto chiaro».