Torna la raccolta del Banco Farmaceutico, iniziativa che vede in prima fila i farmacisti e, naturalmente, la solidarietà degli italiani nell’aiutare quanti non hanno la possibilità di acquistare medicinali. Così, la ventiduesima giornata di raccolta del farmaco coinvolgerà 5mila farmacie e oltre 17mila farmacisti in tutta Italia, che fino a lunedì 14, saranno impegnati nella raccolta dei farmaci da banco donati dai cittadini a beneficio delle persone bisognose. L’iniziativa è di quelle da sostenere a tutti i costi, anche solo con una piccola donazione, perché In Italia (nel 2021) circa 600mila persone in condizione di povertà sanitaria non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno e sono state costrette a rinunciare a visite mediche e prestazioni sanitarie per motivi economici.
SOLIDARIETÀ
La Giornata di Raccolta del Farmaco in questi anni ha registrato un successo crescente, coinvolgendo un numero sempre maggiore di farmacie e riscuotendo sempre maggiori adesioni da parte dei cittadini. I farmacisti sono da sempre vicini a questa iniziativa, che esprime al meglio di un’intera categoria alla comunità e che testimonia quanto sia forte lo spirito di solidarietà nel nostro Paese. È necessario fare fronte comune per contrastare il drammatico fenomeno della povertà sanitaria che interessa sempre più famiglie, anche per effetto della crisi economica causata dalla pandemia. Chi è povero ha in media un budget sanitario pari a 10,25 euro, meno di 1/5 (17%) della spesa sanitaria di chi non è povero (60,96 euro mensili). Per le famiglie povere, inoltre, ben il 62% della spesa sanitaria (6,37 euro) è assorbita dai farmaci e solo il 7% (0,75 euro) è dedicata ai servizi dentistici. Questo determina esiti problematici, poiché ai servizi dentistici si ricorre spesso in funzione preventiva oltre che terapeutica. Le famiglie non povere, invece, destinano il 43% del proprio budget sanitario mensile (25,94 euro) all’acquisto di medicinali e il 21% ai servizi dentistici (12,6 euro). Sia i poveri, sia i non poveri, compiono un “investimento” o un “sacrificio” simile per tutelare la propria salute. Il peso della spesa sanitaria sul totale della spesa per consumi si attesta, per entrambi, su valori molto simili (2% vs. 1,6%) anche se con valori monetari molto distanti (60,96 euro vs. 10,25 euro).