Tempo di lettura: 3 minuti“A zona”, “Chetogenica” o “dissociata”: sono solo alcune delle tante diete diffuse. Vengono seguite per i motivi più disparati: dal perdere peso, a sgonfiare l’addome o aumentare la muscolatura. I consigli sparsi soprattutto sul web, però, non sono sempre salutari. Quando a pronunciarsi non sono esperti riconosciuti, è facile trovarsi di fronte a fake news che possono portare a lungo andare anche a una malnutrizione. Tuttavia, se è molto frequente sentire parlare di dieta per persone sane, molto meno si parla di alimentazione e nutrizione come strumenti per mantenere e ritrovare la salute. In altre parole, la nutrizione di chi è malato diventa molto meno seducente, nonostante sia ugualmente importante. “Se consideriamo che praticamente ognuno si ammala nel corso della vita, ecco come la nutrizione clinica diventa estremamente importante e ancora di più se con una patologia si deve convivere” dichiara il Professor Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuC – Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo. “Ecco allora che la materia è diventata un’occasione per mettere al tavolo pazienti, esperti, clinici, politici, media, insomma tutti i protagonisti del settore di quella che dovremmo chiamare anche ‘medicina nutrizionale’”. Da qui è nata l’iniziativa voluta dalla Società Italiana di Nutrizione Clinica, NUTRENDO® (in programma il 18 e il 19 dicembre). Inoltre, spiega la SINuC, rendere disponibili i trattamenti nutrizionali per tutti i malati che oggi ne hanno bisogno, avrebbe un impatto economico irrisorio rispetto a quello che costa trattare le conseguenze mediche e sociali della malnutrizione.
Si tratta del primo Forum nazionale sulla Nutrizione Clinica, “il cui format innovativo consentirà di aggregare, in una cornice condivisa, esperienze e punti di vista diversi attraverso incontri, dibattiti e workshop” – spiega Muscaritoli. “Sulla base di quanto prodotto da ciascun gruppo di lavoro – continua – il Forum si concluderà con l’elaborazione de “I fogli di Roma”, un documento di consenso che potrà essere consultato e utilizzato dagli addetti ai lavori e che verrà diffuso in Italia tramite gli organi di stampa, per fornire una corretta informazione sul ruolo e le potenzialità della Nutrizione Clinica”.
I dati della malnutrizione
In Europa, si stimano 33 milioni di adulti a rischio di malnutrizione (700mila solo in Italia) che rappresentano una spesa complessiva in servizi sanitari di oltre 170 miliardi di Euro. In Gran Bretagna sono risultati malnutriti il 90% degli anziani, che vivono a casa propria con un costo sanitario e assistenziale di oltre 15 miliardi l’anno, tre volte tanto rispetto alla spesa sostenuta per il trattamento dell’obesità.
Aumentato il rischio di sepsi, infezioni o insufficienza d’organo per il 60% dei pazienti ricoverati, con conseguenze quali l’aumento significativo di morbilità e mortalità evitabile. Nel paziente con neoplasia, per esempio, la perdita di peso è associata a una minore sopravvivenza, scarsa risposta e/o tolleranza ai trattamenti radioterapici e chemioterapici e a una più lunga ospedalizzazione. Inoltre, il 20-30% dei pazienti, secondo le ricerche, muore per gli effetti della malnutrizione.
I Percorsi Assistenziali di Nutrizione Clinica sono ancora poco implementati in Italia o addirittura assenti all’interno della maggior parte dei PDTA per malattie croniche, anche per quelle a forte impatto nutrizionale. La nutrizione clinica richiede una serie di attività che vanno dalla prevenzione allo screening; dalla diagnosi della malnutrizione alla terapia e al monitoraggio da svolgere in genere trasversalmente a molte specialità mediche e chirurgiche. Per quanto si suggerisca sempre, che tali interventi siano svolti da medici specialisti in scienza dell’alimentazione/nutrizione clinica, resta comunque molto importante comunicare non solo internamente, ma anche esternamente i contenuti e gli standard dell’assistenza in ambito nutrizionale.
“Tra gli obiettivi delle due giornate, smarcare l’idea che la malnutrizione sia un problema limitato ai grandi anziani e ai malati oncologici. Studi, infatti, hanno dimostrato che un paziente oncologico su 5 perde la vita per le conseguenze di un insufficiente o inadeguato apporto di nutrienti. Mentre secondo i dati del Ministero della Salute è malnutrito il 20% dei residenti nelle RSA, il 40% dei soggetti ospedalizzati e il 70% dei ricoverati in reparti di lungodegenza. In una ricerca pubblicata sul Journal of Geriatric Oncology, su 143 pazienti con più di 70 anni, la malnutrizione era associata a un rischio di mortalità 2,6 volte più elevato“ sottolinea Muscaritoli “Studi di farmaco-economia hanno stabilito che riconoscere e trattare in maniera adeguata la malnutrizione riduce i costi sanitari. I conti sono presto fatti: in chirurgia oncologica, anche utilizzando le formule più costose con immunonutrienti, si ottiene un risparmio di 1.250 euro a paziente, grazie alla riduzione delle complicanze e dei tempi di degenza. Ed esiste un’indicazione precisa al trattamento nutrizionale in neurologia nel 65% dei casi e in oncologia in almeno il 20%”.