La pandemia ha avuto un impatto anche sulle abitudini alimentari. Un’indagine italiana fa il punto sulle nuove abitudini alimentari degli adolescenti dopo il covid-19. “I nostri studi stanno via via sempre più confermando che la pandemia ha portato una maggiore attenzione del consumatore al tema della sana alimentazione. Tuttavia, l’aderenza alla dieta mediterranea resta bassa, con il 60% della popolazione che non la segue, soprattutto nelle regioni del sud Italia e la conoscenza nutrizionale è un fattore determinante per le buone scelte alimentari, ossia chi sa di nutrizione mangia anche meglio. Un altro dato estremamente importante è la stretta correlazione tra aderenza alle raccomandazioni nutrizionali e atteggiamenti di prevenzione dello spreco alimentare. Tutti elementi importantissimi per l’attuazione di adeguati programmi di politica alimentare”. Così Laura Rossi, ricercatrice del CREA Alimenti e Nutrizione, intervenuta all’evento di presentazione in anteprima nazionale dei risultati di “Food Mood, il monitoraggio sui nuovi atteggiamenti degli adolescenti nei confronti del cibo, nell’era del Covid-19”, che si è svolto su iniziativa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione anche con l’ANBI e il Consorzio di Bonifica di Piacenza.
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