Cattani: “manovra penalizza l’industria farmaceutica”. Rischio carenze, meno ricerca e cure innovative
Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, in un’intervista al Sole 24 Ore ha lanciato un allarme sulla nuova legge di bilancio che potrebbe penalizzare l’industria farmaceutica in Italia. Secondo Cattani, la manovra, se confermata, rischia di compromettere l’innovazione e la sostenibilità delle imprese, riducendo la disponibilità di nuove terapie sul mercato nazionale.
Ma cosa potrebbe significare per l’Italia?
1. Mancato rialzo del tetto della spesa farmaceutica
Un punto critico della manovra è il mancato adeguamento del tetto di spesa farmaceutica alla domanda effettiva di farmaci, che continua a crescere, soprattutto per quanto riguarda le cure innovative. Cattani sottolinea l’importanza di considerare la spesa sanitaria come un investimento e non come un costo.
L’invecchiamento della popolazione implica un fabbisogno sempre maggiore di farmaci, spesso costosi perché frutto di nuove scoperte scientifiche. Secondo il presidente, senza un adeguamento del tetto di spesa, il sistema sanitario non potrà sostenere l’accesso alle terapie di ultima generazione, riducendo le possibilità di cura per i cittadini.
2. Effetti del doppio payback sulle aziende Farmaceutiche
Il mancato rialzo del tetto di spesa si riflette direttamente sul meccanismo del payback, che impone alle aziende farmaceutiche di rimborsare alle Regioni metà del disavanzo. Cattani chiarisce che il payback non è unico: oltre alla spesa farmaceutica ospedaliera, riguarda anche la spesa convenzionata (farmaci dispensati attraverso le farmacie).
Nel 2024 le aziende dovranno pagare circa 2 miliardi di euro alle Regioni in base a questi due payback, cifra che salirà a 2,5 miliardi nel 2025. Per Cattani, questo sistema è insostenibile perché impatta direttamente sui ricavi delle imprese, riducendone la capacità di investimento in ricerca e sviluppo. In altre parole, riducendo la competitività del settore, si limita anche la possibilità di portare sul mercato nuove cure.
3. Redistribuzione dei margini ai grossisti: un “attacco” all’industria
La manovra introduce una misura che Cattani definisce “assurda”: un trasferimento dell’1% dei ricavi delle aziende farmaceutiche ai grossisti e alle farmacie, con un aumento dello 0,65% della loro remunerazione. Questo taglio dei margini si traduce in un costo di circa 150 milioni di euro per le industrie, che vedono ridursi ulteriormente i profitti. Cattani considera questa decisione un “attacco” alla competitività del settore, chiedendo che venga eliminata dalla legge. L’industria farmaceutica oggi rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e vanta un primato mondiale per crescita dell’export.
4. Conseguenze dirette per la competitività e la sostenibilità dell’industria
Il presidente di Farmindustria sottolinea come questi tagli e redistribuzioni si aggiungano a un quadro di aumento dei costi di produzione, che rende il mercato italiano meno attrattivo per le stesse imprese farmaceutiche. La minore competitività e sostenibilità rischia di tradursi in carenze di farmaci e in una riduzione dell’offerta di nuove cure per i cittadini. Inoltre, la compressione dei margini influirebbe anche sui bilanci fiscali, con una perdita di gettito per lo Stato e possibili ripercussioni sui prezzi di riferimento internazionali dei farmaci, consolidando una percezione di scarsa attrattività del mercato italiano.
5. Luci e ombre sui fondi per l’innovazione
Tra le poche misure positive della manovra, Cattani cita l’inclusione di nuovi farmaci innovativi e antibiotici di riserva nel Fondo per i farmaci innovativi, con una disponibilità tra gli 80 e i 100 milioni di euro. I cosiddetti “di riserva” (reserve), sono antibiotici di nuova generazione per la cura delle infezioni da germi multi resistenti. Tuttavia, Cattani osserva come questa misura, pur positiva, sia limitata da un vincolo temporale: l’accesso al fondo è consentito solo entro il sesto anno dalla prima indicazione del farmaco. Questo, secondo Cattani, costituisce un freno all’innovazione, penalizzando quei farmaci che continuano a sviluppare nuove indicazioni e che potrebbero offrire ulteriori benefici terapeutici.
L’appello di Farmindustria: “consideriamo la spesa in salute un investimento”
In conclusione, Cattani lancia un appello al Governo e al Parlamento affinché rivedano la manovra, allineando il tetto di spesa farmaceutica alle reali necessità del Paese e abolendo le nuove disposizioni di redistribuzione dei margini. Farmindustria chiede che la salute e la spesa in farmaci vengano finalmente considerate come un investimento strategico per lo sviluppo economico e sociale, e non solo come una voce di costo da ridurre.