Bambini discriminati più indietro. I dati del nuovo rapporto
Il razzismo e la discriminazione colpiscono la salute, l’istruzione, l’accesso ai servizi e a un sistema giudiziario equo dei bambini. Il rapporto “Diritti negati: l’impatto della discriminazione sui bambini” si basa su un’analisi di 22 Paesi e sottolinea le diffuse disparità fra minoranze e gruppi etnici. La discriminazione e l’esclusione aggravano le privazioni e la povertà intergenerazionale. Causano risultati peggiori in termini di salute, nutrizione e apprendimento per i bambini. Generano una maggiore probabilità di incarcerazione, tassi più elevati di gravidanza tra le ragazze adolescenti e tassi di occupazione e di guadagno più bassi in età adulta.
I dati sull’impatto della discriminazione sui bambini
Il nuovo rapporto dell’UNICEF è stato pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza (20 novembre). Razzismo e discriminazione etnica, linguistica e religiosa sono diffusi nei paesi in tutto il mondo.
I bambini dei gruppi etnici, linguistici e religiosi emarginati, sono molto indietro rispetto ai loro coetanei nelle capacità di lettura. In media, gli studenti di età compresa tra i 7 e i 14 anni appartenenti al gruppo più avvantaggiato hanno più del doppio delle probabilità di avere competenze di base nella lettura rispetto a quelli del gruppo meno avvantaggiato.
Un’analisi dei dati sui tassi di bambini registrati alla nascita – prerequisito per l’accesso ai diritti di base – ha rilevato significative disparità fra i bambini di differenti religioni e gruppi etnici.
“Razzismo e discriminazione sistematici espongono i bambini a rischio di privazioni ed esclusione che possono durare tutta la vita”, ha dichiarato Catherine Russell, Direttore generale dell’UNICEF. “Ciò colpisce tutti noi. Proteggere i diritti di tutti i bambini – chiunque siano e da ovunque provengano – è il modo più sicuro per costruire un mondo più pacifico, prospero e giusto per ognuno”.
L’accesso ai vaccini
Il COVID-19 ha messo in luce profonde discriminazioni in tutto il mondo. Anche gli impatti del cambiamento climatico e dei conflitti continuano a rivelare disuguaglianze in molti Paesi. Il rapporto evidenzia come la discriminazione e l’esclusione persistano da tempo per milioni di bambini appartenenti a gruppi etnici e minoritari, anche per quanto riguarda l’accesso alle vaccinazioni, ai servizi idrici e igienici e a un sistema giudiziario equo.
Ad esempio, nelle politiche scolastiche degli Stati Uniti, i bambini con carnagione più scura hanno probabilità quasi quattro volte maggiori di ricevere sospensioni senza frequenza scolastica rispetto ai bambini di carnagione più chiara e più del doppio di subire arresti legati alla scuola, si legge nel rapporto.
Uno studio del 2022 su 64 Paesi ha rilevato che i bambini appartenenti a gruppi etnici minoritari hanno tassi di vaccinazione più bassi in oltre la metà dei Paesi. In cinque Paesi si sono registrati divari di 50 punti percentuali o più. I bambini appartenenti a un gruppo etnico maggioritario avevano una percentuale di zero dosi inferiore del 29% rispetto agli altri gruppi etnici dello studio.
Lo studio ha anche rilevato che i bambini appartenenti al gruppo etnico maggioritario di un Paese tendevano ad avere una percentuale di zero dosi inferiore rispetto al resto della popolazione. Le disparità riscontrate nei servizi di vaccinazione sono simili anche in altri servizi sanitari per i bambini.
Le principali discriminazioni
Il 63% degli intervistati afferma che la discriminazione è comune nei loro ambienti, come la scuola, la comunità o il posto di lavoro. L’origine nazionale (20%), l’età (17%) e l’identità di genere (15%) sono i principali motivi di discriminazione. Una percentuale maggiore fra gli intervistati più giovani dichiara che l’età è il motivo principale di discriminazione. Gli intervistati meno giovani citano l’origine nazionale e l’istruzione/reddito come motivi principali di discriminazione.
Il rapporto evidenzia anche come i bambini e i giovani sentano il peso della discriminazione nella loro vita quotidiana. Un nuovo sondaggio di U-Report (una piattaforma che consente ai giovani di tutto il mondo di esprimersi sulle questioni che li riguardano), ha raccolto più di 407.000 risposte. Ha rilevato che quasi due terzi dei rispondenti ritiene che la discriminazione sia comune nel loro ambiente. Quasi la metà, invece, ritiene che la discriminazione abbia avuto un impatto significativo sulla loro vita o su quella di qualcuno che conoscono.
“Nella Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza e ogni giorno, ogni bambino ha il diritto di essere incluso, protetto e avere uguali possibilità di raggiungere il proprio potenziale”, ha continuato Russell. “Tutto noi abbiamo il potere di combattere le discriminazioni di bambini – nei nostri paesi, nelle comunità, nelle scuole, a casa e nei nostri cuori. Dobbiamo usare questo potere”.