Tempo di lettura: 2 minutiNove italiani su dieci negano di avere un disagio psicologico, e dichiarano di provare imbarazzo e vergogna nel riconoscere di soffrire di disturbi come ansia e attacchi di panico. Solo uno su dieci ammette che l’ansia è una patologia e i pensieri allarmanti ripetuti e un po’ ossessivi non sono normali. Tutto questo mentre aumenta l’uso di psicofarmaci, soprattutto di antidepressivi e tranquillanti. Lo rivela un sondaggio dell’Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico, che sarà presentato all’interno dell’iniziativa organizzata dall’Associazione Emdr Italia ‘Fuori dal trauma’.
Si tratta di una campagna di prevenzione e sensibilizzazione rispetto al disagio psicologico che è partita da Roma ieri, all’Hotel Quirinale. Qui viene messa in scena la rappresentazione teatrale ‘Fuori dal trauma’ scritta, diretta e interpretata da Anastasia Astolfi che scava nel disagio di una donna, attrice e vittima di un lutto improvviso, la morte del marito. Traumatizzata dall’evento, la donna non riesce più a recitare e salire su un palcoscenico. L’attrice racconta l’elaborazione de suo trauma che grazie al trattamento dell’Emdr sarà superato.
Al sondaggio on line dell’Eurodap hanno partecipato 950 persone di cui 650 tra i 18 e i 45 anni e 300 tra 45 anni e 65, uomini e donne. Nove su dieci hanno dichiarato di provare disagio nel riconoscere di soffrire di ansia e attacchi di panico e sempre nove su dieci non sanno riconoscere un disagio emotivo.
Gli intervistati hanno dichiarato che è normale avere il battito cardiaco irregolare e continui dolori e contratture muscolari, oppure essere spaventati dall’idea di passare del tempo da soli, o ancora avere spesso malessere fisico come mal di testa, sensazione di svenimento e vuoto allo stomaco, o che è normale a volte sentirsi a disagio in luoghi affollati e aperti.
“Tutto questo, però, non è normale. E’ un campanello di allarme che è sottovalutato in nove casi su dieci. Perché ognuno di questi comportamenti nasconde un disagio psicologico, uno stato di allarme che le persone tentano di controllare con farmaci, di tranquillizzarsi facendo paragoni con gli altri. Nella realtà sono sintomi, che si svilupperanno ben presto, se non già si sono sviluppati, in patologie come ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi dell’alimentazione, aggressività – afferma Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, responsabile comunicazione e sviluppo associazione Emdr Italia e presidente Eurodap – Siamo di fronte ad un grave diniego culturale del disagio psicologico che è determinato ancora dall’idea che soffrire di questo tipo di patologie significa essere deboli, incapaci, insicuri e inadeguati”.
“Le persone negano i disagi emotivi ma sempre più spesso fanno ricorso ad antidepressivi e tranquillanti – afferma Isabel Fernandez presidente dell’Associazione Emdr Europe, che ha organizzato ‘Fuori dal Trauma’ – Il grande uso di psicofarmaci in Italia non è una novità: per il Censis, che ha messo assieme i dati delle Asl nel periodo 2001-2009, gli aumenti degli antidepressivi sono stati nell’ordine del 114%. Nel 2011 il Cnr ha calcolato che usavano tranquillanti e ansiolitici 5 milioni di italiani, 4 milioni i sonniferi e 2,2 gli antidepressivi. Ecco perché abbiamo sentito la necessità di organizzare una Campagna di prevenzione e sensibilizzazione che possa far prendere coscienza a tutti che il disagio psicologico non va sottovalutato”, conclude Fernandez.
A Verona, uno studio osservazionale sulla fibrillazione atriale
PrevenzioneContinuerà fino al 31 dicembre prossimo il progetto di screening della fibrillazione atriale e della prevenzione dell’ictus che a Verona e provincia ha coinvolto settantanove farmacie. La campagna di studio osservazionale, iniziata lo scorso maggio e conclusasi nella sua prima fase a fine settembre, è rivolta a uomini e donne over 50 ed è finalizzata anche, oltre che alla prevenzione, a potenziare la ricerca nell’ambito di questa patologia spesso difficile da riconoscere perché, in molti casi, asintomatica. In alcuni pazienti la fibrillazione atriale può provocare dolore al torace, o insufficienza cardiaca, ma può anche comparire senza che si manifesti alcun sintomo. Può essere sporadica, frequente oppure diventare un vero e proprio problema cronico.
La fibrillazione atriale è la forma più comune e diffusa di aritmia cardiaca che porta il cuore a battere a ritmo irregolare oppure troppo in modo troppo veloce o lento e può provocare l’infarto. Tende a crescere con l’aumentare dell’età e anche se non è una patologia pericolosa per la vita, può generare complicanze che possono diventare invalidanti. Si può prevenire e se individuata e trattata in tempo può ridurre i rischi che porta con sé.
Allo studio, promosso da Federfarma Verona in 79 farmacie aderenti all’iniziativa, può partecipare la popolazione maschile e femminile over 50 attraverso la compilazione di un test e alla misurazione della pressione arteriosa effettuata con uno specifico strumento. I risultati, una volta raccolti, verranno inviati all’Unità Operativa Complessa di Medicina Generale per lo Studio ed il Trattamento dell’Ipertensione Arteriosa presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata della città scaligera ed elaborati a fini statistici.
“Questo studio si pone l’obiettivo di descrivere quanto spesso si presenti nella popolazione veronese la fibrillazione atriale e quali siano le condizioni cliniche cui essa si associa” ha spiegato spiega il professor Pietro Minuz, direttore dell’UOC di Medicina Generale.
Cancro al seno: il 30% ha meno di 50 anni
Associazioni pazienti, News Presa, PrevenzioneIl 30 per cento delle donne italiane a cui è stato diagnosticato un tumore al seno ha meno di 50 anni.
La parola d’ordine è sempre prevenzione, soltanto con un controllo si può evitare, infatti, l’avanzare silenzioso di un cancro.
La Lega italiana per la lotta contro i tumori da tempo spiega, però, che il programma di screening, previsto dal sistema sanitario nazionale, è riservato alle donne di eta’ compresa tra i 50 e i 69 anni. I numeri, messi in luce in occasione della 24esima edizione della campagna di prevenzione della lotta ai tumori delle donne, che si è svolta nel corso di tutto il mese di ottobre, sono chiari. Si stima che in Italia, nell’arco del 2016, saranno in tutto oltre 50 mila i nuovi casi di cancro alla mammella. Inoltre, “nelle sole regioni del sud Italia, quali Puglia e Basilicata, si potranno verificare piu’ di 5.000 nuovi casi di cancro al seno”. In Italia, poi, il 35% delle donne scopre da sola di avere un nodulo alla mammella, sottolinea la Lilt. Il dato più preoccupante è che in Italia solo il 60% delle donne in eta’ di screening, ovvero tra i 50 e i 69 anni, si sottopone allo screening, come sottolinea Francesco Schitulli, presidente della Lilt. “Al sud – precisa Schitulli – questo dato e’ anche piu’ basso, dato che meno del 40% delle donne si sottopone a screening nella fascia di eta’ in cui dovrebbe farlo, mentre al nord siamo sopra l’80%”
Grazie a diagnosi precoce e farmaci sempre più efficaci sono circa 700mila le donne italiane che dal 2000 a oggi hanno avuto la neoplasia e circa due terzi di loro si sono ormai lasciate la malattia alle spalle, avendo ricevuto la diagnosi da oltre un quinquennio.
L’angoscia della malattia porta all’infarto
Psicologia, Ricerca innovazioneAngoscia della malattia
Preoccuparsi della propri salute è sempre bene, ma vivere la possibilità di una malattia come una psicosi rischia di farci ammalare per davvero. E’ il paradigma della profezia che si autoavvera, analizzato e declinato in maniera scientifica da uno studio pubblicato sul British Medical Journal Open. La ricerca mostra infatti un rischio di infarto quasi doppio (+73%) per coloro che manifestano ansia sul fronte della salute. Persone che in ogni sintomo, vero o presunto, vedono una possibile malattia.
Sani preoccupati
A farne le spese è il cuore, i ricercatori hanno diviso il campione in “sani preoccupati”, vale a dire soggetti che pur non essendo dei veri e propri ipocondriaci vivono la propria salute con molta ansia, e in ipocondriaci. Condotto da Line Iden Berge, della Divisione di Psichiatria dell’università di Bergen in Norvegia, lo studio ha coinvolto 7.052 partecipanti, monitorando lo stato di salute di ciascun candidato per diversi anni. Per valutare lo stato di ansia, gli psichiatri hanno creato una scala di valutazione psicologica ad hoc è hanno misurato per ciascuno il livello di ansia generale e in particolare il grado di ansia relativo alla propria salute. La differenza dei sani preoccupati dagli ipocondriaci è nel fatto che i secondi sono a un livello più grave, visto che sono convinti di avere già una o più malattie. La cosa sorprendente è però che i “sani preoccupati” hanno mostrato una frequenza di infarti molto alta, ben più dei partecipanti allo studio non ansiosi. Si parla di una frequenza che è rispettivamente del 3% e di oltre il 6%. «Anche dopo aver considerato altri fattori che possono contribuire a questo aumento di rischio, concludono gli autori, emerge che i sani preoccupati hanno una probabilità quasi doppia di sviluppare una malattia cardiaca (infarto o angina) e di morire per cause cardiovascolari rispetto a chi non vive la salute con ansia.
Tumore al seno: lo screening che salva la vita
PrevenzioneA confermare che il programma di screening mammografico proposto ogni anno alle donne dalla Provincia Autonoma di Trento ha una rilevante azione diagnostica nella cura dei tumori, arrivano i dati forniti dall’assessore alla salute e politiche sociali della provincia trentina, Luca Zeni.
Secondo quanto riferito, ogni anno nella provincia di Trento vengono effettuate oltre 380 nuove diagnosi di tumore al seno, mentre sono circa 100 le donne che per questa malattia tutti gli anni perdono la vita.
Tra il 2011 e il 2015 in totale le donne residenti malate di cancro, sono state 1390 tra nuove e pregresse diagnosi e donne sopravvissute. In media ogni anno i nuovi casi nella popolazione residente invece sono circa 280. All’inizio del 2016 invece le pazienti a cui era stata diagnosticato un carcinoma mammario erano 4584 contro le 7364 dell’anno precedente. Un numero in netto calo che fa comprendere quanto sia stata benefica l’azione del programma di screening che ha consentito di rilevare con anticipo casi di tumore allo stadio iniziale, quindi più “semplici” da affrontare da punto di vista medico.
Secondo i dati riferiti dall’assessore Zeni, infatti, il numero dei tumori in stadio T2+ (cioè superiori ai 2 cm) sia di gran lunga inferiore (meno della metà) nelle donne che aderiscono con assiduità al programma di screening e prevenzione.
La mammografia oggi è considerato il più efficace strumento di diagnosi precoce per combattore il tumore al seno. Di recente alla mammografia è stata associata la tomosintesi che permettere di accrescere la riconoscibilità dei tumori e contemporaneamente di risolvere alcuni dei dubbi diagnostici che avrebbero richiesto un successivo richiamo di approfondimento.
Disagio psicologico negato da 9 italiani su 10
Associazioni pazienti, News Presa, PsicologiaNove italiani su dieci negano di avere un disagio psicologico, e dichiarano di provare imbarazzo e vergogna nel riconoscere di soffrire di disturbi come ansia e attacchi di panico. Solo uno su dieci ammette che l’ansia è una patologia e i pensieri allarmanti ripetuti e un po’ ossessivi non sono normali. Tutto questo mentre aumenta l’uso di psicofarmaci, soprattutto di antidepressivi e tranquillanti. Lo rivela un sondaggio dell’Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico, che sarà presentato all’interno dell’iniziativa organizzata dall’Associazione Emdr Italia ‘Fuori dal trauma’.
Si tratta di una campagna di prevenzione e sensibilizzazione rispetto al disagio psicologico che è partita da Roma ieri, all’Hotel Quirinale. Qui viene messa in scena la rappresentazione teatrale ‘Fuori dal trauma’ scritta, diretta e interpretata da Anastasia Astolfi che scava nel disagio di una donna, attrice e vittima di un lutto improvviso, la morte del marito. Traumatizzata dall’evento, la donna non riesce più a recitare e salire su un palcoscenico. L’attrice racconta l’elaborazione de suo trauma che grazie al trattamento dell’Emdr sarà superato.
Al sondaggio on line dell’Eurodap hanno partecipato 950 persone di cui 650 tra i 18 e i 45 anni e 300 tra 45 anni e 65, uomini e donne. Nove su dieci hanno dichiarato di provare disagio nel riconoscere di soffrire di ansia e attacchi di panico e sempre nove su dieci non sanno riconoscere un disagio emotivo.
Gli intervistati hanno dichiarato che è normale avere il battito cardiaco irregolare e continui dolori e contratture muscolari, oppure essere spaventati dall’idea di passare del tempo da soli, o ancora avere spesso malessere fisico come mal di testa, sensazione di svenimento e vuoto allo stomaco, o che è normale a volte sentirsi a disagio in luoghi affollati e aperti.
“Tutto questo, però, non è normale. E’ un campanello di allarme che è sottovalutato in nove casi su dieci. Perché ognuno di questi comportamenti nasconde un disagio psicologico, uno stato di allarme che le persone tentano di controllare con farmaci, di tranquillizzarsi facendo paragoni con gli altri. Nella realtà sono sintomi, che si svilupperanno ben presto, se non già si sono sviluppati, in patologie come ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi dell’alimentazione, aggressività – afferma Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, responsabile comunicazione e sviluppo associazione Emdr Italia e presidente Eurodap – Siamo di fronte ad un grave diniego culturale del disagio psicologico che è determinato ancora dall’idea che soffrire di questo tipo di patologie significa essere deboli, incapaci, insicuri e inadeguati”.
“Le persone negano i disagi emotivi ma sempre più spesso fanno ricorso ad antidepressivi e tranquillanti – afferma Isabel Fernandez presidente dell’Associazione Emdr Europe, che ha organizzato ‘Fuori dal Trauma’ – Il grande uso di psicofarmaci in Italia non è una novità: per il Censis, che ha messo assieme i dati delle Asl nel periodo 2001-2009, gli aumenti degli antidepressivi sono stati nell’ordine del 114%. Nel 2011 il Cnr ha calcolato che usavano tranquillanti e ansiolitici 5 milioni di italiani, 4 milioni i sonniferi e 2,2 gli antidepressivi. Ecco perché abbiamo sentito la necessità di organizzare una Campagna di prevenzione e sensibilizzazione che possa far prendere coscienza a tutti che il disagio psicologico non va sottovalutato”, conclude Fernandez.
Se una valutazione neuro cognitiva svela la natura del tumore
Ricerca innovazioneNatura del tumore
Con una valutazione neuro cognitiva in fase pre-operatoria è possibile ipotizzare una prognosi rispetto all’entità istologica di tumori cerebrali in età pediatrica che, con un caso di neoplasia su quattro, sono i più frequenti nei bambini dopo le leucemie. A dirlo è una ricerca che ha coinvolto neuropsicologi e neurochirurghi pediatrici della Fondazione “Policlinico Universitario A. Gemelli” e della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma. Lo studio, pubblicato sulla rivista “Child’s Nervous System”, è il risultato di un lavoro condotto dalla dottoressa Daniela Chieffo, neuropsicologa e psicoterapeuta della Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile del Gemelli. La ricerca è stata presentata in occasione dell’annuale Congresso della Società Internazionale di Neurochirurgia Pediatrica (The International Society for Pediatric Neurosurgery – ISPN 2016) che si è svolta a Kobe (Giappone).
La valutazione cognitiva
L’esperta ha effettuato una valutazione neuro cognitiva prima e dopo intervento in un campione di 126 piccoli pazienti affetti da tumori cerebrali, poi operati dagli specialisti dell’UOC di Neurochirurgia Infantile del Policlinico A. Gemelli con istologia di tipo Astrocitoma pilocitico, Medulloblastoma, Ganglioglioma, PNET, Glioblastoma. Queste neoplasie vengono trattate chirurgicamente e successivamente con protocolli neuro oncologici specifici rispetto all’istologia di ciascuno paziente, rispettando il protocollo mondiale della Sanità secondo la classificazione della WHO (World Health Organization) 2007.
Ipotesi sulla prognosi
I ricercatori hanno visto che valutando con test cognitivi ad hoc la presenza e l’entità di deficit o disturbi cognitivi alla diagnosi (e comunque in fase pre operatoria) è possibile fornire ai genitori possibili ipotesi sulla prognosi del bambino, ovvero su quale sarà l’andamento della malattia, anche suggerendo le migliori strategie rispetto all’approccio neurochirurgico che si deciderà di adottare. «In particolare – spiega la dottoressa Chieffo – , dai risultati si evince che alcuni pazienti con diagnosi di tumore cerebrale presentano anche disordini specifici di entità diversa e che disturbi più significativi sono presenti in bambini con istologia di basso grado ovvero di lenta proliferazione, di conseguenza il bambino con istologia e caratterizzazione più aggressiva avrebbe un funzionamento maggiormente preservato e conservato. L’ipotesi – conclude Chieffo – è che il tumore a lento accrescimento provocherebbe maggiormente nel tempo una riduzione o un arresto dei circuiti responsabili del funzionamento cognitivo, rispetto ad una malattia con proliferazione attiva che essendo recente rispetto alla diagnosi non provocherebbe al contrario un’alterazione dei circuiti responsabili».
Paolo Ascierto, orgoglio italiano nella lotta al melanoma
News Presa, PrevenzioneC’è un po’ di Italia da oggi all’interno del Consiglio direttivo della Società internazionale per la ricerca sul melanoma (Society for Melanoma Research). Il perché è presto detto, Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli è stato nominato membro del prestigioso Steering Committee. E va detto, Ascierto è l’unico italiano a ricoprire, da novembre e per i prossimi tre anni, questa importante carica.
Battere il melanoma
Nel mondo ogni anno si registrano più di 232mila nuovi casi di questo tumore della pelle. In Italia nel 2016 sono stimate 13.800 nuove diagnosi, in costante crescita soprattutto fra i giovani: è la terza neoplasia più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni.
Il professor Paolo Ascierto
«Grazie alla ricerca, oggi abbiamo a disposizione armi efficaci contro questa neoplasia in fase avanzata – spiega il professor Ascierto, che è anche presidente della Fondazione Melanoma-. Per circa trent’anni non vi sono state reali alternative terapeutiche: la chemioterapia infatti non è mai stata efficace in questa malattia. Il 2011 è stato l’anno della svolta con l’introduzione della prima molecola immuno-oncologica che permette sopravvivenze a 10 anni nel 20% dei pazienti. Possiamo quindi parlare di cronicizzazione, un risultato impensabile prima dell’arrivo di queste terapie, visto che la sopravvivenza mediana in stadio metastatico era di appena 6 mesi, con un tasso di mortalità a un anno del 75%. Oggi si stanno aprendo importanti prospettive grazie alla combinazione delle nuove armi immuno-oncologiche. E l’Italia è sempre stata in prima linea in queste ricerche arruolando il maggior numero di pazienti». Il Congresso della Society for Melanoma Research, in cui entrerà in carica il nuovo Steering Committee, si svolgerà a Boston dal 6 al 9 novembre.
Nuove molecole per la cura della tubercolosi
News, Ricerca innovazioneLa cura contro la tubercolosi potrebbe venire da una nuova classe di molecole che sembrano avere le giuste caratteristiche per lo sviluppo di un farmaco idoneo al trattamento di questa malattia, che è ancora la principale causa di morte, a livello mondiale, ed è provocata da un singolo agente infettivo.
La scoperta viene dalle ricerche effettuate da due team di ricerca e descritte in due articoli pubblicati di recente sulla rivista scientifica ACS Infectious diseases, il giornale di riferimento dell’American Chemical Society per ricerche sulle malattie infettive. Le ricerche sono state coordinate da Valerie Mizrahi dell’Università di Cape Town (Sud Africa) e da Helena Boshoff del NIAID – National Institute of Health (Stati Uniti) e vi ha preso parte il gruppo di biochimica del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale, coordinato dal professor Menico Rizzi, professore ordinario di Biochimica presso il Dipartimento di Scienze del farmaco UPO. Oltre all’Italia la ricerca è stata svolta in Sud Africa, Regno Unito, Stati Uniti, Svizzera, Ungheria e Francia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che nel 2015 un milione e mezzo di persone sono morte a causa di questa malattia. I Paesi del Sud Est Asiatico e il Sud Africa registrano il maggior numero di decessi, anche se sono già disponibili sul mercato farmaci in grado di curare l’infezione causata dal batterio M. tuberculosis. La malattia ha portato numerosi decessi anche in Europa e solo in Italia sono state ben 350 le vittime accertate nel 2015.
Settimana del benessere psicologico tra concerti e colloqui gratuiti
News Presa, PsicologiaDal 7 al 12 novembre torna in Campania la Settimana per il benessere psicologico, organizzata dall’Ordine degli Psicologi della Campania in collaborazione con l’Anci. Il tema di quest’anno è «Partecipazione e Cambiamento» e sarà al centro dei 262 incontri che gli psicologi terranno nei 136 comuni che hanno scelto di diventare «Città amiche del benessere». Una grande mobilitazione nata con l’intento di promuovere la professione e che negli anni è diventata un evento atteso dai cittadini e dalle istituzioni campane. Un processo di promozione culturale, grazie all’adesione complessiva di 400 amministrazioni comunali, con 2.000 conferenze organizzate e la partecipazione di oltre 50 mila cittadini.
Note di benessere
L’edizione 2016 sarà aperta dal concerto «Note di benessere», che vedrà esibirsi sul palco del Teatrino di Corte di Palazzo Reale il Sestetto Stradivari dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il concerto, coorganizzato con l’Assessorato alla Cultura del comune di Napoli, è aperto a tutti i cittadini, che potranno prenotarsi sul sito www.psicamp.it. Per coloro che non riusciranno a farlo, la serata sarà trasmessa in streaming dalle 20,30 sullo stesso sito dell’Ordine.
Studi aperti
La promozione della professione e del benessere psicologico passano anche attraverso l’iniziativa Studi aperti: in continuità con le precedenti edizioni, gli psicologi apriranno i propri studi per offrire gratuitamente il primo colloquio ai cittadini. «La Settimana del benessere è il principale evento di promozione della nostra professione sul territorio – spiega Bozzaotra –. Siamo convinti che la partecipazione promuova un cambiamento e che questa tematica sia declinabile in qualsiasi contesto, dal colloquio clinico ai contesti politici, da una riunione di gruppo di lavoro all’organizzazione e al funzionamento di un qualsiasi ente». Per tutti gli eventi in programma è possibile consultare il sito dell’Ordine cliccando qui.
Alt: ogni anno 17mln di persone colpite da ictus
Associazioni pazienti, News Presa, PrevenzioneOgni anno nel mondo l’ictus colpisce 17 milioni di persone e ne ‘uccide’ sei milioni. Eppure l’ictus cerebrale, che gli anglosassoni chiamano stroke, può essere sospettato, diagnosticato, curato e prevenuto.
A metterlo in luce è Alt (Associazione lotta alla trombosi), nella Giornata mondiale dell’ictus che ricorre il 29 ottobre. ”L’ictus va riconosciuto tempestivamente appena compaiono i sintomi e va curato in modo appropriato, senza perdere tempo – spiega Paola Santalucia, vicepresidente di Alt -. E’ un’emergenza medica, e i pazienti dovrebbero essere ricoverati e curati in unità opportunamente attrezzate chiamate Stroke Unit, in cui l’alta competenza di medici e infermieri, unite alla struttura organizzativa, consentono di fare il massimo per salvare il paziente e ridurre le probabilità di invalidità gravi residue”.
Ogni due secondi, infatti, una persona viene colpita da ictus, e una su 6 rischia di averlo nel corso della propria vita. Sono oltre 26 milioni le persone sopravvissute all’attacco, spesso con gravi disabilità e conseguenze devastanti per la loro vita e quella delle loro famiglie. ”Le cure appropriate e tempestive possono ridurre fortemente la probabilità di queste tragedie e salvare vite”, aggiunge Stephen Davis, presidente della World Stroke Organization (organizzazione legata all’Oms per la lotta contro l’ictus).