Tempo di lettura: 3 minutiUna ragazza su 250 soffre di anoressia ed 1/3 su 100 soffre di bulimia. La maggior parte sono ragazze tra i 15 e i 25 anni, ma cresce sempre di più il numero di ragazzi coinvolti (10 per cento dei malati) e di donne oltre i 50 anni. Un disagio profondo, quello legato al disturbo alimentare, che affonda le radici in dinamiche familiari complesse, eventi tragici o pressioni sociali. Una semplice perdita di peso per una qualche causa, e soprattutto l’essersi messe a dieta sono gli antecedenti più immediati dello sviluppo della malattia. Si tratta di una vera e propria patologia psichiatrica, anche se spesso non viene percepita come tale, ed è la prima causa di morte per malattia (dopo gli incidenti) tra i 15 e i 25 anni.
A Roma Se n’è parlato durante i primi incontri organizzati da SpazioCima, nella settimana di “Io Sottraggo”, che andrà avanti fino a domani. Un progetto artistico e di sensibilizzazione, quello di Roberta Cima, sui disturbi del comportamento alimentare che ha visto la partecipazione dell’artista Giovanna Lacedra. Tante anche le testimonianze di medici, psichiatri e specialisti che sono stati spettatori di personalità conflittuali e difficili, e che hanno contribuito alla sconfitta della malattia.
Le conseguenze del sintomo dell’anoressia e della bulimia sono devastanti: oltre al dimagrimento cadono i capelli e, con il tempo, anche lo smalto dei denti si consuma. Sono frequenti anche disfunzioni cardiovascolari e renali; nelle donne molto spesso provoca il blocco del ciclo mestruale, sino all’infertilità.
“Tra le complicanze endocrine – spiega la Dr.ssa Silvia della Casa, specialista in Endocrinologia e in Pediatria, responsabile dell’ambulatorio di “Endocrinologia dell’alimentazione” del Policlinico Gemelli, Roma – c’è la amenorrea (che spesso ma non sempre, regredisce con il recupero del peso), l’Osteoporosi (che frequentemente lascia conseguenze irreversibili) e la riduzione della funzionalità tiroidea. Tutti gli organi soffrono ma il danno cardiaco é il più preoccupante potendo portare la paziente a morte. L’approccio terapeutico deve essere multidisciplinare e deve comprendere almeno lo psichiatra/psicoterapeuta e l’endocrinologo/nutrizionista in modo da realizzare la cura della malattia (che richiede un tempo in genere lungo) senza trascurare la prevenzione dei danni organici e il pronto riconoscimento di criticità fisiche che richiedono il ricorso ad un ricovero salva-vita”.
Le adolescenti che si ammalano di anoressia o di un altro disturbo del comportamento alimentare all’inizio trovano nella malattia una soluzione al forte senso di inadeguatezza e insicurezza che le fa sentire incapaci di affrontare le conflittualità, le difficoltà ed i compiti evolutivi dell’età adolescenziale.
“Una delle metafore che uso spesso per far comprendere alle persone che seguo cosa sta accadendo – spiega Marta Scoppetta, medico psichiatra e psicoterapeuta Junghiana AIPA, Consulente Psichiatra nel Percorso Obesità del Policlinico Gemelli, Roma – è quella del bastone (Palliccia D, 2013). Propongo loro di guardare il sintomo alimentare come una sorta di bastone che la persona incapace di andare avanti con le proprie gambe lungo la propria strada, ha utilizzato per appoggiarsi. La restrizione alimentare, la concentrazione sulla dieta, insieme a tutto l’insieme di sintomi psichici che caratterizzano queste sintomatologie, costituiscono una sorta di stampella a cui ci si appoggia. Il sintomo alimentare, come un bastone, diventa pertanto il mezzo che permette loro di affrontare comunque, seppure in una maniera patologica, quel momento della vita in una sorta di equilibrio malato che è comunque per lui/lei temporaneamente preferibile al non equilibrio precedente e fa sentire almeno all’inizio molto più sicuri”.
La strada verso la guarigione è spesso difficile e piena di vicoli ciechi. Il Disturbo dell’immagine corporea, fragilità dell’autostima e scissione della relazione mente/corpo costituiscono i nuclei psicopatologici principali dei disturbi del comportamento alimentare. Il trattamento, spiegano gli specialisti, deve essere integrato, multidisciplinare e multimodale. Deve comprendere cure psicoterapiche, spesso allargate ai familiari e cure mediche e nutrizionali e declinarsi, a seconda delle diverse fasi e gravità della malattia in setting terapeutici diversi (ambulatorio, day hospital, reparto ospedaliero, comunità riabilitative) che faranno uso di strumenti terapeutici appartenenti a diversi modelli teorici di riferimento.
Neuroblastoma, il cuore di Napoli per la ricerca
News Presa, Ricerca innovazioneIl cuore di Napoli per la ricerca. Questo il nome dell’evento di beneficenza organizzato dalla referente per la Campania dell’Associazione Nazionale per la Lotta al Neuroblastoma, Teresa De Rosa. Ma cos’è il neuroblastoma? Purtroppo diverse famiglie se lo devono chiedere. E’ un tumore neuroendocrino maligno embrionario che deriva da cellule della cresta neurale. Va detto che fra i vari tumori solidi dell’infanzia è, dopo quelli che interessano il sistema nervoso centrale, il più diffuso. Secondo gli ultimi dati disponibili si parla dell’8%, con un’incidenza pari 10 casi per milione ogni anno. Il neuroblastoma è responsabile del 15% dei decessi attribuiti a neoplasie dell’infanzia e nel 50% dei casi al momento della diagnosi è già metastatico e refrattario alla chemioterapia. Si presenta, a seconda dell’età, in sedi diverse; mentre per i bambini che non hanno ancora un anno è molto diffuso nel torace (33%), in quelli più grandi è più frequente che possa comparire nell’addome (55-75%). Si manifesta a tutte le età, ma la grande maggioranza dei casi si mostrano in età infantile, il 10% dei casi supera l’età di 5 anni mentre solo l’1,5% dei pazienti supera i 14 anni al momento della diagnosi.
La lotteria
Organizzata a Napoli, e attiva solo nel capoluogo e nella provincia, è promossa per raccogliere fondi a sostegno della ricerca sul neuroblastoma ed in particolare del progetto CAR – Immunoterapia Genetica, che ha come obiettivo di rendere le cellule del sistema immunitario dei pazienti in grado di riconoscere le cellule tumorali di Neuroblastoma e aggredirle. Il progetto, che fa parte del “Programma di sviluppo dell’attività clinico-biologica e di ricerca traslazionale 2015-2017″, sarà a breve al letto dei piccoli pazienti. Saranno presenti il sindaco di Villaricca Rosaria Punzo, Achille Iolascon, professore di genetica medica dell’Università Federico II di Napoli, il dottor Mario Capasso, ricercatore dell’Università Federico II di Napoli, gli onorevoli Giovanna Palma, Flora Beneduce, Raffaele Topo, il parroco della Parrocchia San Francesco d’Assissi don Giuseppe Tufo ed il presidente della Pro loco di Villaricca Armando De Rosa. In palio un’opera d’arte presepiale del maestro Mario Accurso offerta dalla Proloco di Villaricca. L’estrazione avverrà il 18 dicembre 2016 presso la Tensostruttura Karol Wojtila di Villaricca alle ore 18:00. Per ulteriori informazioni CLICCA QUI
Cresce povertà sanitaria: 557mila le persone in difficoltà
Associazioni pazienti, Farmaceutica, News Presa, PrevenzioneLa povertà sanitaria in Italia è in aumento. Nel 2016 è cresciuta dell’8,3% la richiesta di medicinali a Banco Farmaceutico da parte dei 1.663 enti assistenziali sparsi sul territorio (+1,3% rispetto allo scorso anno).
In 3 anni, la richiesta di farmaci è salita del 16%: i meno abbienti assistiti sono cresciuti nel 2016 del 37,4% (nel 2016, gli enti sostenuti da Banco Farmaceutico hanno aiutato oltre 557mila persone, il 12% dei poveri italiani). Gli aumenti maggiori si evidenziano al Nord Ovest (+90%) e al Centro (+84%). La crescita più significativa è tra gli stranieri (+46,7%), i maschi (+49%) e le persone sopra i 65 anni di età (+43,6%).
Le difficoltà non riguardano solo i poveri: oltre 12 milioni di italiani e 5 milioni di famiglie hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivi economici.
Nella Giornata di Raccolta del Farmaco, a febbraio, sono state richieste 944mila confezioni di medicinali; 354mila, invece, le unità raccolte nella stessa giornata, coprendo il 37,5% delle richieste. A queste, poi, si aggiungono 1,2 milioni di confezioni messe insieme nei primi 8 mesi del 2016 attraverso il sistema delle donazioni aziendali. I dati emergono dal Rapporto 2016 – Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione Farmaci, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch e realizzato con il sostegno di IBSA dall’Osservatorio Donazione Farmaci di Banco Farmaceutico.
“Per curare bisogna conoscere. Rispondere al bisogno di chi soffre nell’indigenza implica carità nelle motivazioni e impone efficienza nell’azione. L’Osservatorio Donazione Farmaci, attraverso le sue attività di ricerca quotidiane e, in particolare, con la realizzazione del Rapporto che abbiamo presentato, fornisce a Banco Farmaceutico un importante contributo in termini di approfondimento e consapevolezza: la povertà sanitaria, in Italia, appare nella sua fase più drammatica. Mai tante famiglie sono state costrette a rinunciare alle cure. Avere conoscenza dell’esatta portata del fenomeno ci aiuta a svolgere la nostra mission – raccogliere farmaci da donare ai poveri – nella misura adeguata e con le dovute ragioni”, ha detto Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus durante la presentazione di ieri in AIFA a Roma.
Anoressia: non solo ragazze, aumentano i maschi e gli adulti
Alimentazione, Associazioni pazienti, News Presa, Prevenzione, PsicologiaUna ragazza su 250 soffre di anoressia ed 1/3 su 100 soffre di bulimia. La maggior parte sono ragazze tra i 15 e i 25 anni, ma cresce sempre di più il numero di ragazzi coinvolti (10 per cento dei malati) e di donne oltre i 50 anni. Un disagio profondo, quello legato al disturbo alimentare, che affonda le radici in dinamiche familiari complesse, eventi tragici o pressioni sociali. Una semplice perdita di peso per una qualche causa, e soprattutto l’essersi messe a dieta sono gli antecedenti più immediati dello sviluppo della malattia. Si tratta di una vera e propria patologia psichiatrica, anche se spesso non viene percepita come tale, ed è la prima causa di morte per malattia (dopo gli incidenti) tra i 15 e i 25 anni.
A Roma Se n’è parlato durante i primi incontri organizzati da SpazioCima, nella settimana di “Io Sottraggo”, che andrà avanti fino a domani. Un progetto artistico e di sensibilizzazione, quello di Roberta Cima, sui disturbi del comportamento alimentare che ha visto la partecipazione dell’artista Giovanna Lacedra. Tante anche le testimonianze di medici, psichiatri e specialisti che sono stati spettatori di personalità conflittuali e difficili, e che hanno contribuito alla sconfitta della malattia.
Le conseguenze del sintomo dell’anoressia e della bulimia sono devastanti: oltre al dimagrimento cadono i capelli e, con il tempo, anche lo smalto dei denti si consuma. Sono frequenti anche disfunzioni cardiovascolari e renali; nelle donne molto spesso provoca il blocco del ciclo mestruale, sino all’infertilità.
“Tra le complicanze endocrine – spiega la Dr.ssa Silvia della Casa, specialista in Endocrinologia e in Pediatria, responsabile dell’ambulatorio di “Endocrinologia dell’alimentazione” del Policlinico Gemelli, Roma – c’è la amenorrea (che spesso ma non sempre, regredisce con il recupero del peso), l’Osteoporosi (che frequentemente lascia conseguenze irreversibili) e la riduzione della funzionalità tiroidea. Tutti gli organi soffrono ma il danno cardiaco é il più preoccupante potendo portare la paziente a morte. L’approccio terapeutico deve essere multidisciplinare e deve comprendere almeno lo psichiatra/psicoterapeuta e l’endocrinologo/nutrizionista in modo da realizzare la cura della malattia (che richiede un tempo in genere lungo) senza trascurare la prevenzione dei danni organici e il pronto riconoscimento di criticità fisiche che richiedono il ricorso ad un ricovero salva-vita”.
Le adolescenti che si ammalano di anoressia o di un altro disturbo del comportamento alimentare all’inizio trovano nella malattia una soluzione al forte senso di inadeguatezza e insicurezza che le fa sentire incapaci di affrontare le conflittualità, le difficoltà ed i compiti evolutivi dell’età adolescenziale.
“Una delle metafore che uso spesso per far comprendere alle persone che seguo cosa sta accadendo – spiega Marta Scoppetta, medico psichiatra e psicoterapeuta Junghiana AIPA, Consulente Psichiatra nel Percorso Obesità del Policlinico Gemelli, Roma – è quella del bastone (Palliccia D, 2013). Propongo loro di guardare il sintomo alimentare come una sorta di bastone che la persona incapace di andare avanti con le proprie gambe lungo la propria strada, ha utilizzato per appoggiarsi. La restrizione alimentare, la concentrazione sulla dieta, insieme a tutto l’insieme di sintomi psichici che caratterizzano queste sintomatologie, costituiscono una sorta di stampella a cui ci si appoggia. Il sintomo alimentare, come un bastone, diventa pertanto il mezzo che permette loro di affrontare comunque, seppure in una maniera patologica, quel momento della vita in una sorta di equilibrio malato che è comunque per lui/lei temporaneamente preferibile al non equilibrio precedente e fa sentire almeno all’inizio molto più sicuri”.
La strada verso la guarigione è spesso difficile e piena di vicoli ciechi. Il Disturbo dell’immagine corporea, fragilità dell’autostima e scissione della relazione mente/corpo costituiscono i nuclei psicopatologici principali dei disturbi del comportamento alimentare. Il trattamento, spiegano gli specialisti, deve essere integrato, multidisciplinare e multimodale. Deve comprendere cure psicoterapiche, spesso allargate ai familiari e cure mediche e nutrizionali e declinarsi, a seconda delle diverse fasi e gravità della malattia in setting terapeutici diversi (ambulatorio, day hospital, reparto ospedaliero, comunità riabilitative) che faranno uso di strumenti terapeutici appartenenti a diversi modelli teorici di riferimento.
Piede diabetico, il Cardarelli rafforza l’impegno per i pazienti
PrevenzionePiede diabetico, al Cardarelli di Napoli un’intera giornata per rispondere alle domande dei pazienti affetti da questa complicanza. In occasione della Giornata Mondiale del Diabete l’ospedale di Napoli rafforza e dà nuovo impulso al percorso di natura multidisciplinare, intra ospedaliero, del diabetico con problemi al piede. Oggi i problemi principali per quanti sono affetti da diabete non sono più quelli legati alla sopravvivenza, piuttosto quelli legati alle complicanze croniche della malattia: retinopatia, nefropatia, neuropatia, cardiopatia ischemica, arteriopatia degli arti inferiori, arteriopatia dei tronchi sovraortici.
Una delle complicanze più frequenti
Il “piede diabetico” è una delle complicanze che comporta il più alto numero di ricoveri ospedalieri e un ingente aumento della spesa per il Servizio sanitario pubblico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede un importante incremento nel numero delle persone con diabete nei prossimi anni, fino ad arrivare a quasi 380 milioni di pazienti nel 2025. Vale la pena ricordare che l’80% circa delle amputazioni non traumatiche degli arti inferiori sono oggi effettuate su soggetti diabetici, e la presenza di un’ulcera del piede ne è il fattore premonitore più importante. Il PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) sostenuto dal Governatore De Luca e istituito al Cardarelli, implementa e completa l’attività dell’ambulatorio esistente e offre una presa in carico totale del paziente diabetico con lesioni al piede dal momento in cui giunge al pronto soccorso, garantendo un percorso strutturato e definito di tipo ambulatoriale.
Open Day
Lunedì 14 novembre chiunque volesse informazioni su questo tema e chiarimenti può rivolgersi all’Ambulatorio di Diabetologia dell’Ospedale Cardarelli dalle 10 alle 17, padiglione B; l’Ambulatorio è sempre disponibile per i pazienti al numero 081-747.21.05.
Lombardia al lavoro contro bullismo e cyberbullismo
Associazioni pazienti, PrevenzioneE’ al lavoro da tempo la Regione Lombardia per preparare un nuovo disegno di legge regionale per la prevenzione e il contrasto a due fenomeni sempre più diffusi tra i giovanissimi: bullismo e cyberbullismo. I giovani lombardi tra i 15 e i 24 anni che hanno dichiarato di aver subito episodi di cyberbullismo (attacchi continui, offensivi e ripetuti online) sono 71 mila. In questi ultimi mesi si sono susseguite le audizioni in Commissione Cultura durante le quali sono stati sentiti numerosi interlocutori in grado di portare maggiore conoscenza e trovare soluzioni utili al problema. Tra questi: l’ Associazione italiana contro la diffusione delle dipendenze (Aidd Onlus), l’Associazione Lasalliana Genitori Gonzaga, la Fidae – Federazione Istituti di attività educative – e Manif Pour Tous (Lmpt)-Generazione Famiglia, associazione impegnata nella protezione e protezione della famiglia.
La proposta di legge in questione si articola su tre punti principali: la prevenzione, messa in atto attraverso interventi mirati elaborati con le scuole, le famiglie e gli stessi giovani; l’ educazione all’utilizzo dei social network coinvolgendo ragazzi e famiglie insieme; assistenza alle vittime, con uno staff preparato di psicologi ed esperti.
Secondo i dati forniti dall’Istat, in Italia nel 2014 più del 50% dei giovani tra gli 11 e i 17 anni hanno subito episodi di offese o violenza (bullismo) da parte di altri giovani; il 19,8% dei ragazzi è ripetutamente (più volte al mese) colpita da episodi di bullismo mentre il 9%, invece, subisce settimanalmente atti di prepotenza o violenza. In particolare, nelle regioni del nord Italia, le vittime abituali di attacchi di bullismo sono il 23% dei giovani nella fascia d’età tra gli 11 e i 17 anni.
Il 5,9% invece ha denunciato di subire vessazioni tramite web o cellulare (cyberbullismo) e in particolare le ragazze.
Apnee del sonno, una malattia sottostimata
News Presa, PrevenzioneSi chiamano apnee del sonno e in pochi sanno che questa condizione è una vera e propria malattia, che porta a conseguenze anche molto gravi. Spesso la malattia anche se in una forma molto grave ha pochissimi sintomi, quindi non emerge il dato sintomatico. Il paziente manifesta le complicanze solo dopo molto tempo e di fatto si ha un ritardo diagnostico importante. I dati epidemiologici dicono che in Italia almeno il 10% della popolazione presenta un problema di apnee del sonno. Di questi 2 milioni presentano un quadro conclamato. Per comprendere la dimensione del problema basti pensare che ogni medico di medicina generale ha in carico circa 150 pazienti che soffrono di apnee ostruttive del sonno (OSA) di cui 50 con patologia conclamata. E’ il paziente stesso che fatica a riconoscere la patologia visto che il sonno è una fase della vita in cui c’è una sospensione della coscienza.
Una giornata di studi
Di questa patologia si è discusso a Roma, alla Biblioteca del Senato, Sala degli Atti Parlamentari “Giovanni Spadolini” con una tavola rotonda organizzata dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) dal titolo «Apnee ostruttive durante il sonno e risvolti economico sociali». Stefano Gasparini Presidente AIPO spiega che «la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSA) è una patologia che causa numerosi problemi correlati a un sonno disturbato, ad esempio cardiaci o cerebrovascolari». Gasparini sottolinea che un grosso problema è legato al fatto che la patologia è «certamente sottostimata e sotto diagnosticata. Il suo peso per la nostra sanità – dice – è sicuramente a destinato ad aumentare nei prossimi anni».
L’apporto del Ministero
Intanto il Ministero della Salute ha elaborato un documento condiviso lo scorso maggio presso la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome dal titolo “Sindrome delle apnee ostruttive del Sonno” che prende in considerazione la malattia in tutti i suoi aspetti: epidemiologici, di prevenzione, con un’analisi dei costi legati alla gestione della malattia. «Ci siamo occupati – ha detto Giancarlo Marano, della Direzione Generale Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute – di elaborare un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) della malattia riconducibile all’approccio delle malattie croniche e strutturato in differenti fasi».
I rischi
La cosa incredibile è che stando ai dati della letteratura scientifica i pazienti affetti da OSA hanno un rischio di incorrere in incidenti stradali che è 2,4 volte più alto rispetto alla popolazione generale. La causa non è l’OSA ma la sonnolenza ad essa associata. Più pazienti vengono trattati più si riduce l’impatto economico della patologia. Tuttavia, come detto, il paziente fatica da accettare la propria condizione e tende spesso a cercare vie di fuga. Da un punto di vista diagnostico le nuove tecnologie sono un grande supporto. Grazie ai nuovi approcci è stato possibile identificare tre grandi gruppi di pazienti: un primo gruppo con apnee ostruttive del sonno e insonnia, un secondo gruppo con OSA asintomatica ma comorbidità e un terzo gruppo con OSA ma senza sonnolenza. Le nuove tecnologie sono in grado di cambiare la storia naturale della patologia e il nostro l’approccio nell’affrontarla. E’ necessario comprendere bene il ruolo della telemedicina. L’approccio della telemedicina deve però essere determinabile in termini di tempo e di risorse.
A Padova, consigli di bellezza per le donne malate di cancro
News, PsicologiaSi chiama “Non smettere di piacerti” il progetto gestito da AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) dedicato alle donne malate di cancro ospitate allo Istituto Oncologico Veneto di Padova.
Un lunedì pomeriggio al mese, un gruppo di sei volontari tra acconciatori ed estetisti dell’Upa di Padova (Unione Provinciale Artigiani) dedica alcune ore alle pazienti, costrette ad affrontare la caduta dei capelli a seguito dei trattamenti di chemioterapia, una situazione molto spesso percepita come un grave problema per il proprio aspetto fisico e come perdita di fiducia nelle proprie possibilità di guarigione.
I professionisti in questa occasione, distribuiscono consigli e suggerimenti utili per la cura del proprio aspetto: dall’utilizzo di parrucche al trucco più adeguato. Un’attività questa, che fa seguito per ciascuno dei professionisti volontari, alla partecipazioni a diversi percorsi formativi e colloqui di preparazione, tenuti da psicologi dello IOV.
Questa recente iniziativa degli artigiani di Upa Padova si aggiunge ad un’altra attività di volontariato che ha preso vita quarant’anni fa e che ancora oggi continua. Si tratta dell’impegno di acconciatori ed estetisti all’OPSA di Sarmeola, grande struttura che accoglie persone disabili nella provincia di Padova. Qui, circa cinquanta volontari, due lunedì al mese da settembre a maggio, si alternano dando servizio agli ospiti dell’Opera della Divina provvidenza. “Con queste iniziative vogliamo continuare a mettere a disposizione dei malati o di persone che stanno vivendo un momento di particolare difficoltà, le nostre competenze – spiega Ennio Mazzon, Presidente del Sistema di categoria Acconciatura ed estetica dell’Unione Provinciale Artigiani di Padova”.
Commosso addio ad Umberto Veronesi
News PresaAddio ad Umberto Veronesi, un uomo che ha fatto della sua vita la testimonianza di un attivismo che ha oltrepassato i confini della scienza a favore di un impegno che lo ha visto misurarsi sia nel campo politico che sociale. Fino alla fine della sua vita quando, a causa dell’evolversi della sua malattia, è stato costretto a diradare sempre più presenze e testimonianze. La sua competenza in campo medico, oltre ai riconoscimenti e le onorificenze guadagnate per la sua attività clinica e di ricerca, lo ha condotto anche a ricoprire l’incarico di Ministro della Sanità con il secondo governo Amato. Fondatore e Presidente della Fondazione Umberto Veronesi, ha ricoperto il ruolo di direttore scientifico emerito dell’Istituto europeo di oncologia.
Una vita per i pazienti e per la ricerca
È stato direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dal 1976 al 1994. La sua attività clinica e di ricerca è stata incentrata per decenni sulla prevenzione e sulla cura del cancro. In particolare si è occupato del carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna. Veronesi è stato primo teorizzatore e strenuo propositore della quadrantectomia, dimostrando come nella maggioranza dei casi le curve di sopravvivenza di questa tecnica, purché abbinata alla radioterapia, sono le stesse di quelle della mastectomia, ma a impatto estetico e soprattutto psicosessuale migliore.
Effetti indesiderati: campagna EU incentiva segnalazioni
Farmaceutica, News Presa, PrevenzioneDa due giorni è partita la campagna di comunicazione social per promuovere la segnalazione dei sospetti effetti indesiderati legati all’uso dei farmaci. L’iniziativa andrà avanti sino all’11 novembre ed è stata lanciata contemporaneamente in 22 paesi europei. I medicinali, questo il messaggio fondamentale della campagna, sono sicuri ed efficaci, ma possono avere effetti indesiderati.
Per questo è importante che tutti i rischi associati al loro uso siano compresi e comunicati dai medici, dai farmacisti, dagli operatori sanitari e dai pazienti.
La segnalazione dei sospetti effetti indesiderati serve ad assicurare che il profilo beneficio/rischio dei medicinali in commercio sia sempre favorevole per la popolazione. L’Italia ha un tasso si segnalazioni ampiamente superiore al gold standard stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma esistono margini per migliorare e aumentare la consapevolezza di tutti gli attori del sistema, a cominciare prima di tutto dai pazienti.
Nel nostro Paese medici, operatori sanitari e pazienti possono effettuare la segnalazione di una sospetta reazione avversa online attraverso la piattaforma Vigifarmaco dell’AIFA (www.vigifarmaco.it), sviluppata dal Centro di Farmacovigilanza Regionale del Veneto.
La campagna fa parte del progetto Strengthening Collaboration for Operating Pharmacovigilance in Europe (SCOPE) Joint Action(www.scopejointaction.eu). Uno degli obiettivi principali è aumentare la conoscenza dei sistemi nazionali di farmacovigilanza e la consapevolezza nell’uso dei medicinali.
Trentino, cure dentistiche sempre più diffuse
Economia sanitaria, PrevenzioneLo scorso anno, sono stati 1529 i bambini visitati da un odontoiatra specialista nelle scuole del Trentino Alto Adige grazie all’attività di screening dedicato alle cure dentistiche effettuata nelle scuole elementari. I giovanissimi studenti invitati con i loro genitori a recarsi per un controllo in un ambulatorio pubblico sono stati oltre 5000 e di questi ha risposto all’invito il 28,4%. A seguito del controllo al 63% dei bimbi (964) è stato consigliata una visita dall’igienista dentale, mentre al 39% (563) è stato consigliato di proseguire le cure.
Nel 2015 in questa regione è aumentato il numero di pazienti che ha scelto le cure dentistiche offerte dal servizio sanitario pubblico, cure a cui può accedere chi risiede in Trentino da almeno tre anni e chi abbia un indicatore Icef non superiore a 0,20.
L’anno scorso, sono state erogate 146.969 prestazioni, mentre i beneficiari che hanno scelto questa tipologia di intervento sono stati 30.436 (in costante aumento rispetto agli anni precedenti).
I 15 ambulatori e le due Unità operative ospedaliere di Trento e Borgo che fanno capo all’Azienda sanitaria, nel 2015 hanno erogato complessivamente 75.436 prestazioni (soprattutto cure) nei confronti di 17.138 persone. Di questi, il 52% è rappresentato da minori. L’Azienda sanitaria gestisce esclusivamente urgenze, chirurgia orale e cure per disabili o soggetti con patologie gravi o specifiche e si occupa anche di prevenzione primaria (età infantile ed evolutiva).
I 24 studi convenzionati, invece, in favore di 12.985 persone hanno erogato 71.533 prestazioni, di cui circa il 50% rivolte a minori.
I cittadini che l’anno scorso hanno presentato la domanda Icef sono per il 35% stranieri, mentre il resto è rappresentato da italiani. Sono sempre meno invece i beneficiari del servizio pubblico che si rivolgono ai dentisti privati che sono stati nel 2015, 313.